Il buco dell’ozono ha il diametro più piccolo degli ultimi 5 anni

I nuovi dati mostrano una significativa riduzione del buco nell’ozono sopra l’Antartide, risultato dei decenni di impegno globale per eliminare le sostanze chimiche dannose per l’atmosfera.

Nel 2024, la dimensione massima del buco nello strato di ozono sopra l’Antartide ha raggiunto il settimo livello più piccolo dalla sua prima osservazione. Questo risultato, reso noto dalla NASA e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, è un segnale positivo: il buco, anche alla sua massima estensione, è ora più piccolo della media registrata negli ultimi cinque anni.

Quest’anno, la media mensile del buco è stata di circa 20 milioni di chilometri quadrati, con un picco di 22,4 milioni di km² raggiunto il 28 settembre. Per confronto, nel 2000, quando il buco dell’ozono raggiunse la sua massima estensione, era più grande del 50% rispetto a oggi. Dal 2000 a oggi, il record della dimensione minima è stato stabilito nel 2019.

La riduzione del buco nell’ozono

Paul Newman, capo scienziato per le Scienze della Terra presso il Goddard Space Flight Center della NASA, sottolinea che la riduzione delle dimensioni del buco è il risultato diretto degli sforzi internazionali per limitare le sostanze chimiche dannose per l’ozono. La diminuzione è un traguardo fondamentale che dimostra l’efficacia delle politiche globali adottate negli ultimi due decenni.

Lo strato di ozono, che si trova nella stratosfera, è una barriera essenziale per la vita sulla Terra: assorbe le radiazioni ultraviolette (UV) dannose emesse dal sole, proteggendo gli esseri viventi dagli effetti nocivi di questi raggi. Negli anni ’70 si è registrato un calo preoccupante di ozono, attribuito ai clorofluorocarburi (CFC), sostanze chimiche utilizzate in frigoriferi e spray aerosol.

Dagli anni ’80, ogni ottobre si è osservato un drammatico impoverimento dello strato di ozono sopra l’Antartide. Nel 2024, la concentrazione di ozono in quest’area è scesa a 107 unità Dobson, circa la metà rispetto al 1979. Sebbene la quantità di ozono preindustriale, pari a circa 225 unità Dobson, sia prevista entro il 2040, si stima che il buco possa chiudersi completamente solo entro il 2066.

Il Protocollo di Montreal e i Risultati Globali

Il miglioramento dello strato di ozono è merito del Protocollo di Montreal, un trattato internazionale che ha vietato i CFC e altre sostanze nocive per l’ozono. Ratificato da tutti i Paesi del mondo, il Protocollo di Montreal è un esempio di cooperazione internazionale di successo, che dimostra ciò che l’umanità può realizzare unendosi per affrontare sfide globali.

Questo risultato è un modello per altre iniziative ambientali globali e un segno tangibile di come l’azione collettiva possa portare benefici concreti al pianeta e alla salute umana.

Fonte:

https://earthobservatory.nasa.gov/images/153523/ozone-hole-continues-healing-in-2024