Nonostante l’avanzata tecnologia dei telescopi e degli acceleratori di particelle, finora non è stato possibile individuare la materia oscura. I ricercatori della Virginia Tech hanno deciso di adottare un approccio insolito per cercare questa misteriosa sostanza: esaminare vecchie rocce. Sebbene la maggior parte degli scienziati sia convinta dell’esistenza della materia oscura, finora è stata rilevata solo in modo indiretto.
Si ipotizza da tempo che osservare la materia oscura in azione potrebbe essere possibile catturandola in collisione con un nucleo atomico, generando così una scintilla di energia. Le rocce potrebbero essere la chiave per individuare queste collisioni, poiché nel corso dei miliardi di anni della storia terrestre, è probabile che antiche rocce abbiano interagito con la materia oscura, lasciando tracce nella loro struttura cristallina.
Per questo motivo, i ricercatori stanno allestendo un nuovo laboratorio presso il Robeson Hall della Virginia Tech, dove utilizzeranno sofisticate tecniche di imaging per individuare queste tracce all’interno delle rocce. Vsevolod Ivanov, esperto di sistemi quantistici, ha spiegato che l’obiettivo è identificare ciò che rimane una volta sottratte le distribuzioni corrispondenti a fenomeni noti, potenzialmente rivelando la presenza della materia oscura.
Il team sta attualmente conducendo una serie di test utilizzando il fluoruro di litio sintetico per distinguere le tracce di particelle provenienti dai raggi cosmici, al fine di isolare le eventuali interazioni della materia oscura. Questa sfida, come sottolineato dal capo progetto Patrick Huber, è affrontata con grande entusiasmo e determinazione, poiché l’identificazione di queste tracce potrebbe portare a una svolta nella comprensione di uno dei misteri più affascinanti dell’universo.
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