La catastrofe del 1988 della piattaforma Piper Alpha è stata uno dei peggiori incidenti industriali mai accaduti, con conseguenze terrificanti. Tuttavia, ha portato a significativi miglioramenti negli standard di sicurezza a livello globale. L’evento drammatico si è verificato nella notte del 6 luglio 1988, sulla piattaforma petrolifera e di gas naturale offshore Piper Alpha, situata nel Mare del Nord a circa 190 chilometri da Aberdeen, in Scozia.
In meno di tre ore, l’intera struttura è stata distrutta, causando la morte di 167 persone. Sorprendentemente, 61 uomini sono riusciti a sopravvivere, sebbene molti siano rimasti feriti e traumatizzati psicologicamente. Poco prima delle 22:00, è stato lanciato l’allarme a causa di un problema con una pompa di condensato contenente petrolio liquefatto altamente infiammabile. Nonostante la situazione, inizialmente non si è scatenato il panico poiché le pompe di condensato si attivavano frequentemente.
Geoff Bollands, operatore della sala di controllo di Piper Alpha, ha raccontato che gli allarmi si sono susseguiti in rapida successione, creando confusione e panico. Una serie di esplosioni colossali ha devastato la piattaforma, con la prima che ha causato il blackout e l’inizio degli incendi. Le persone hanno perso la vita a causa delle esplosioni, delle fiamme e dell’inhalazione di gas.
Una seconda esplosione ha incendiato l’eliporto, rendendo impossibile qualsiasi tentativo di evacuazione via elicottero. Alcuni uomini, rendendosi conto che le possibilità di sopravvivenza erano minime, hanno deciso di lanciarsi in mare. Alcuni sono morti all’impatto, ma altri sono riusciti a salvarsi. Roy Carey, tecnico di strumentazione, ha raccontato la sua esperienza di sopravvivenza, descrivendo il momento in cui è saltato dalla piattaforma in fiamme.
Le esplosioni successive hanno portato alla disintegrazione totale della piattaforma, con un rumore assordante e un bagliore arancione che ha illuminato la tragedia. Il governo britannico ha avviato un’inchiesta che ha portato al Rapporto Cullen, contenente oltre 100 raccomandazioni per migliorare la sicurezza nell’industria petrolifera, in particolare nel Mare del Nord.
La mancanza di comunicazione è emersa come una delle cause principali dell’incidente, con gravi conseguenze sulla reputazione e sull’economia dell’industria petrolifera britannica. Nonostante le perdite finanziarie e la produzione di petrolio influenzata, l’industria è riuscita a riprendersi, con la nuova piattaforma Piper Bravo che ha ripreso l’estrazione nel Mare del Nord solo cinque anni dopo la tragedia di Piper Alpha.
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