Dimenticate i Roditori di Dimensioni Insolite di finzione: per i trafficanti di animali selvatici, ci sono veri ratti giganti nella vita reale da temere. I ricercatori hanno addestrato con successo i ratti giganti africani a raccogliere l’odore delle parti di animali scambiate illegalmente.
Il mercato nero dei prodotti della fauna selvatica illegali è un grave problema globale. Mentre le autorità e gli scienziati hanno sperimentato tutti i tipi di metodi per fermare il traffico sul nascere, molti sono inefficienti, costosi o lontani dall’essere implementati.
Gli animali per il rilevamento degli odori potrebbero essere una delle soluzioni più promettenti. Un team internazionale di ricercatori si è rivolto in particolare al ratto gigante africano (Cricetomys ansorgei). Questi ratti hanno un senso dell’olfatto impressionante, in grado di rilevare molti odori diversi e distinguere tra di essi, senza contare che possono infilarsi in spazi ristretti.
In passato sono stati addestrati a individuare esplosivi e persino batteri che causano la tubercolosi. Potrebbero fare lo stesso con gli animali selvatici contrabbandati illegalmente?
La risposta è sì; i ricercatori sono stati in grado di addestrare i ratti a rilevare l’odore dell’avorio di elefante, del corno di rinoceronte, del legno nero africano e delle squame di pangolino, quest’ultimo essendo il mammifero più contrabbandato al mondo.
Addestrare i ratti a diventare esperti di rilevamento non è stata una cosa da poco. Gli 11 ratti coinvolti hanno prima dovuto imparare a tenere il naso vicino a un odore target per diversi secondi, seguito dall’apprendimento della differenza tra odori target e non target; i trafficanti spesso usano cose come chicchi di caffè e detersivo per confondere i rilevatori.
I ratti dovevano anche essere in grado di ricordare gli odori target, anche dopo cinque e otto mesi senza esserne esposti, i ratti erano in grado di rilevare gli odori target.
Alla fine dell’addestramento, otto dei ratti erano diventati rilevatori di alto livello, in grado di identificare tutti e quattro gli odori delle specie target e farlo tra 146 non target.
Anche se riuscito, è importante notare che si è trattato di uno studio di prova concettuale che si è svolto in un ambiente controllato: ciò che funziona in un laboratorio potrebbe non funzionare necessariamente sul campo.
Il team afferma inoltre che ulteriori ricerche devono essere condotte per testare i ratti con campioni diversi di una specie e con diverse concentrazioni di quei campioni.
Detto ciò, il team ha già iniziato a prepararsi per un momento in cui i ratti potrebbero essere impiegati in un contesto reale, dotandoli di alcuni gilet funzionali e adorabilmente piccoli.
I gilet presentano una piccola pallina attaccata al petto che, quando tirata, attiva un suono acustico. I ratti saranno addestrati a tirare la pallina quando rilevano un odore target, con il suono che avverte gli addetti al loro ritrovamento.
I gilet sono un ottimo esempio di sviluppo di hardware che potrebbe essere utile in diversi contesti e compiti, inclusi i porti per rilevare animali contrabbandati, ha dichiarato la dott.ssa Kate Webb, co-prima autrice dello studio di addestramento, in una dichiarazione.
Lo studio è pubblicato su Frontiers in Conservation Science.
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