La più antica impronta di un gatto che “impasta” scoperta dagli archeologi

Gli archeologi rivelano la più antica testimonianza di un felino che "impasta" su una brocca, offrendo un nuovo sguardo sulla vita quotidiana durante il Califfato Abbaside.

Un piccolo gatto "preparava biscotti" circa 1.200 anni fa a Gerusalemme, lasciando dietro di sé la più antica testimonianza di segni di impasto. (Credito immagine: Shimon Gibson/Mt Zion Expedition

Gli archeologi hanno trovato la più antica testimonianza di un gatto che “impasta” su una brocca di argilla di 1.200 anni fa. L’impronta è stata scoperta su una brocca e si pensa che il gatto abbia lasciato la sua impronta, mentre la brocca era ad asciugare prima di essere cotta. Shimon Gibson, co-direttore degli scavi, ha spiegato che l’impronta mostra i segni delle unghie, suggerendo che il gatto non avesse semplicemente lasciato la sua impronta, ma che stesse “preparando i biscotti”.

Questo comportamento è tipico nei gatti che impastano per vari motivi tra cui, stimolare l’afflusso del latte quando sono piccoli. La brocca, usata per trasportare acqua, vino oppure olio di oliva, è stata recuperata in un quartiere residenziale, databile al IX secolo durante il Califfato Abbaside. Durante questo periodo, Gerusalemme era un crocevia di culture, con gatti che avevano un significato speciale nella cultura islamica.

Sebbene le impronte di zampe siano comuni sulla ceramica antica, l’impronta del gatto è unica per i segni di artigli e impastatura. Il frammento sarà ora analizzato e successivamente consegnato alle autorità israeliane per ulteriori decisioni.