In una scoperta che ricorda il fascino di Jurassic Park, un team di scienziati ha identificato una nuova specie conservata nell’ambra, un evento eccezionale che segna la seconda lucciola mesozoica mai ritrovata dalla scienza.
I resti di quest’animale, risalenti a 99 milioni di anni fa, sono stati rinvenuti nell’ambra birmana nel nord del Myanmar. Le ricerche suggeriscono che le lucciole abbiano sviluppato la bioluminescenza aerea, ovvero la capacità di brillare mentre volano, almeno 100 milioni di anni fa. Questa conclusione è stata raggiunta attraverso uno studio del 2022 che analizzava la prima specie di lucciola mesozoica mai scoperta, avvenuta nel 2015. Tuttavia, la rarità dei fossili di questi insetti ha reso difficile condurre analisi più approfondite, un problema parzialmente risolto con la scoperta della nuova specie.
Denominata Flammarionella heihakuni, la nuova lucciola è stata descritta nella rivista scientifica Biological Sciences lo scorso settembre. Il nome è un omaggio all’astronomo francese Camille Flammarion e al collezionista dilettante Haikun He, che hanno donato numerosi esemplari conservati nell’ambra agli scienziati.
Questa lucciola del Mesozoico presenta caratteristiche uniche, tra cui antenne seghettate e un organo addominale responsabile della produzione di luce. Quando fu scoperto nel 2016, l’insetto ingannò inizialmente gli scienziati: le sue antenne ricordano quelle dei moderni coleotteri Elateridae, noti per i loro ticchettii. Tuttavia, un’analisi più attenta ha rivelato l’organo addominale che produceva il caratteristico bagliore delle lucciole.
Fino ad oggi, la scienza conosce circa dieci specie di lucciole estinte, animali che utilizzano la luce per comunicare, difendersi e attrarre partner. Attualmente si contano circa 2.000 specie di lucciole viventi, le quali probabilmente brillavano come quelle del passato, sebbene non sia possibile determinare esattamente la loro intensità luminosa poiché sono estinte.
Si ritiene che la nuova specie appartenga alla sottofamiglia delle lucciole Luciolinae, che comprende 450 specie viventi, data la presenza dell’organo luminoso nell’addome. Una distinzione interessante è che nessuna delle specie viventi presenta antenne seghettate, come invece avveniva per le specie estinte. Questa caratteristica sembra variare in base al sesso dell’insetto: l’esemplare ritrovato era di sesso femminile.
Fonti:
https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2022.0821
https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rspb.2024.1671