Il tesoro di un individuo può essere il rifiuto di un altro, e nel caso dei primi risultati di uno studio clinico in corso che coinvolge i microbi dell’intestino dei neonati nati con taglio cesareo, quel tesoro potrebbe essere semplicemente una miscela di latte e feci.
Si ritiene che il modo in cui un neonato nasce, se per via vaginale o con taglio cesareo, influenzi il numero e il tipo di microbi che colonizzano il suo intestino, con possibili ripercussioni sulla salute. Ad esempio, alcuni studi hanno evidenziato un aumento del rischio di sviluppare condizioni come l’asma, la celiachia e il diabete nei bambini nati con taglio cesareo.
È qui che entra in gioco lo studio Cesarean Section and Intestinal Flora of the Newborn (SECFLOR), un’indagine clinica che si propone di valutare se un “milkshake di feci” – una soluzione di feci della madre diluite nel latte – possa introdurre microbi benefici nell’intestino dei neonati nati con taglio cesareo.
Questo procedimento, noto come trapianto fecale, potrebbe rappresentare una potenziale terapia per diverse condizioni mediche. Il SECFLOR è considerato il primo studio randomizzato e controllato che testa questa combinazione di latte e feci.
Recentemente, il team di ricerca ha riportato alcuni risultati preliminari dello studio. Un gruppo di 31 neonati nati con taglio cesareo è stato diviso in due: 15 neonati hanno ricevuto il milkshake di feci, mentre i restanti 16 hanno ricevuto un placebo. Dopo il trattamento, i due gruppi hanno mostrato differenze nella diversità microbica, con il gruppo trattato che ha mantenuto una maggiore diversità fino ai 6 mesi di età.
Tuttavia, al momento non è possibile trarre conclusioni definitive sull’efficacia di questo metodo, poiché lo studio è ancora in corso e i neonati saranno monitorati fino a 2 anni di età. Inoltre, manca un confronto significativo con i neonati nati per via vaginale.
Se la tecnica del trapianto fecale funziona, i due gruppi dovrebbero svilupparsi in modo simile. Anche se questo confronto non è parte dello studio attuale, ricerche precedenti condotte dallo stesso team hanno evidenziato somiglianze significative nei microbi dei neonati a cui sono stati somministrati trapianti fecali rispetto a quelli nati per via vaginale.
Pur offrendo prospettive interessanti, il team di ricerca sottolinea che il trapianto fecale non è una pratica fai-da-te. È necessario garantire che le feci utilizzate non contengano patogeni dannosi. In un’intervista con Nature News, l’investigatore principale dello studio, Otto Helve, ha enfatizzato l’importanza del controllo rigoroso delle condizioni.
Lo studio è stato presentato alla conferenza IDWeek 2024, e sebbene fornisca spunti interessanti, ulteriori ricerche sono necessarie per confermare l’efficacia e la sicurezza di questa procedura innovativa.
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