L’evoluzione della ruota: un viaggio attraverso l’innovazione tecnologica

Dalla teoria dei rulli liberi alla comparsa dell'asse: un'analisi multidisciplinare

Un team multidisciplinare ha proposto un processo innovativo per l’invenzione della ruota, suggerendo che non sia stata frutto di un singolo momento di genialità, ma di una serie di passaggi graduati. Gli autori ritengono di aver individuato il luogo e le condizioni in cui questo avvenne per la prima volta.

L’invenzione della ruota ha avuto un impatto così significativo che non è stata necessaria una sua reinvenzione, poiché il mondo era cambiato radicalmente. Tuttavia, le circostanze esatte e il momento preciso in cui la ruota è stata inventata rimangono avvolti nel mistero.

Due ingegneri e uno storico si sono uniti per cercare di rispondere a queste domande, anche se senza una macchina del tempo, la verità potrebbe rimanere irraggiungibile.

Si potrebbe sostenere che le ruote esistessero prima dell’umanità, considerando come i ragni nel deserto del Namib si trasformano in dischi per rotolare giù dalle dune e sfuggire ai predatori. Tuttavia, mancava loro l’elemento chiave che rende le ruote utili per noi: l’asse.

Per individuare le origini della combinazione ruota-asse, i ricercatori hanno analizzato dettagliatamente antichi sistemi di ruote e identificato le funzioni specifiche che dovevano svolgere. Attraverso un algoritmo di progettazione originale, hanno ipotizzato che la ruota potrebbe essere evoluta da “rulli liberi”, cilindri utilizzati per il trasporto su brevi distanze.

Questi rulli riducevano l’attrito rispetto allo scorrimento, ma richiedevano un costante spostamento per farli avanzare. Tuttavia, in ambienti come le miniere, dove lo spazio era limitato, questa soluzione non era praticabile.

Il passo successivo nello sviluppo della ruota potrebbe essere avvenuto tra i minatori che dovevano trasportare il minerale su pendii ripidi, intagliando prese alla base del carico per mantenere i rulli al loro posto. Questo concetto, chiamato “rotolamento unilaterale”, ha migliorato le prestazioni, sebbene introducesse un maggiore attrito.

Con il tempo, gli utenti di questa tecnologia hanno capito che rulli posizionati solo ai lati del carrello e assottigliati al centro avrebbero reso il sistema più efficiente e leggero. L’asse potrebbe essere emerso gradualmente, offrendo un vantaggio meccanico nell’efficienza del trasporto.

Le ruote e gli assi inizialmente intagliati da un unico pezzo di legno hanno subito miglioramenti nel corso dei secoli, con antichi ingegneri che hanno separato ruote e assi per ottenere una maggiore flessibilità, specialmente durante le curve.

Le miniere, in particolare nei Monti Carpazi, potrebbero aver giocato un ruolo cruciale nello sviluppo delle ruote, come dimostrano i modelli in argilla di carri a quattro ruote risalenti al 3600 a.C. trovati nella regione.

Questi modelli, utilizzati come tazze da bere, suggeriscono che la cultura Boleráz potesse avere accesso a minerali di qualità inferiore, spingendoli a trovare soluzioni innovative per il trasporto del minerale.

Le scoperte dell’articolo evidenziano che le nuove tecnologie si sviluppano gradualmente, coinvolgendo spesso molte persone, nonostante venga attribuito il merito a un singolo individuo. Inoltre, sottolineano l’importanza dei fattori ambientali nel processo di innovazione tecnologica.

La ruota non è un'invenzione, ma quattro, tracciate qui.
La ruota non è un’invenzione, ma quattro, tracciate qui.
Alacoque et al/Royal Society Open Science CC-By-4.0

L’articolo completo è disponibile in accesso aperto sulla rivista Royal Society Open Science.

Un grande rapporto tra il diametro della ruota e l'asse offre molti vantaggi.
Un grande rapporto tra il diametro della ruota e l’asse offre molti vantaggi.
Alacoque et al/Royal Society Open Science/ CC-By-4.0
Le rappresentazioni delle ruote della cultura Boleráz sono tra i segni che sono stati i primi nella loro zona a svilupparle.
Le rappresentazioni delle ruote della cultura Boleráz sono tra i segni che sono stati i primi nella loro zona a svilupparle.
Alacoque et al/Royal Society Open Science. CC-By-4.0

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