Un lago compare nel deserto del Sahara. E’ visibile dallo spazio

Un Lago Effimero nel Sahara: Rivelazioni sul Passato Climatico della Regione.

Un recente fenomeno meteorologico ha portato alla formazione di un lago nel deserto del Sahara, creato da un ciclone che ha colpito le regioni settentrionali dell’Africa a settembre. Questo evento ha provocato piogge straordinarie, offrendo ai ricercatori l’opportunità di studiare come potesse apparire il Sahara migliaia di anni fa. Seppur non si tratti di una giungla, il paesaggio di quel periodo potrebbe essere stato significativamente più caldo e umido di quanto non sia oggi. Infatti, i deserti ricevono generalmente meno di dieci centimetri di pioggia all’anno, come confermato dalla National Science Foundation, evidenziando l’importanza di un lago effimero per sostenere la vita nel più grande deserto non polare del mondo.

Le immagini satellitari della regione algerina, scattate a metà agosto e settembre 2024, mostrano un notevole cambiamento: una netta predominanza di verde scuro dovuta alle piogge che hanno colpito parti di Marocco, Algeria, Tunisia e Libia. Le fotografie sono state acquisite dall’Operational Land Imager-2 (OLI-2), installato sul Landsat 9 della NASA. Secondo Moshe Armon, ricercatore presso l’Università Ebraica di Gerusalemme che ha analizzato le immagini, il lago ha raggiunto una capacità di circa il 33%, estendendosi su un’area di 191 chilometri quadrati e raggiungendo una profondità di circa 7,2 metri.

Tra 11.000 e 5.000 anni fa, il Sahara conobbe un periodo di umidità, trasformandosi in un ambiente più fertile. Durante l’epoca dell’umidificato africano, gli antichi abitanti dipingevano animali e scene di caccia nelle grotte e sulle rocce, in zone ora aride che comprendono paesi come Egitto, Ciad e Sudan. In quel periodo, i livelli dei laghi nel Nord Africa erano notevolmente più elevati rispetto ad oggi, e la regione era caratterizzata da una vegetazione rigogliosa. Tuttavia, alcuni geologi sostengono che le condizioni climatiche di quel tempo non avrebbero potuto generare piogge sufficienti a riempire i numerosi laghi presenti nel Sahara.

“Stiamo avanzando un’ipotesi alternativa: eventi di pioggia estrema, simili a quello di settembre nel Sahara nord-occidentale, potrebbero essere stati più frequenti in passato,” ha dichiarato Armon. “Considerando il tempo necessario per il prosciugamento dei laghi, è possibile che questi eventi siano stati abbastanza comuni da mantenere i laghi parzialmente pieni per periodi prolungati – anche per anni o decenni – senza precipitazioni regolari.

Il Sebkha el Melah, un lago salato, potrebbe rimanere pieno per anni. Infatti, quando si riempì nel 2008, l’acqua non evaporò completamente fino al 2012, secondo un comunicato dell’Osservatorio della Terra della NASA. “Se non si verificano ulteriori eventi piovosi,” ha aggiunto Armon, “ci vorrebbe circa un anno perché il lago evapori completamente.”

L’estate è generalmente la stagione più piovosa nel Sahara. Tra i 38.000 eventi di precipitazione intensa registrati nel deserto, circa il 30% si verifica durante i mesi estivi.

Le osservazioni satellitari stanno diventando sempre più cruciali per monitorare le risorse idriche del nostro pianeta. Nel 2022, la NASA e il CNES francese hanno lanciato la missione Surface Water and Ocean Topography (SWOT), un’iniziativa triennale finalizzata a raccogliere dati sul volume e sul movimento delle acque dall’orbita. Altri satelliti, come il Deep Space Climate Observatory (DSCOVR) della NASA, si occupano di monitorare gli eventi climatici atmosferici.

Indipendentemente dal fatto che il lago rimanga pieno per mesi o anni, rappresenta un’importante testimonianza dei drammatici cambiamenti che i paesaggi possono subire a causa del cambiamento climatico del pianeta.