In Australia, i paleontologi hanno recentemente scoperto un fossile estremamente ben conservato di una nuova specie di sega, denominata Baladi warru, risalente a un periodo compreso tra gli 11 e i 16 milioni di anni fa. Nonostante il suo nome, questo reperto del Miocene non è una mosca, ma un antico antenato degli imenotteri, un ordine che comprende vespe, api e formiche.
Una scoperta sorprendente
Il nome “warru” proviene dalla lingua delle popolazioni locali, dove significa “vespa”, mentre “baladi” si traduce come “sega”. Questa scoperta straordinaria è stata descritta in uno studio pubblicato sulla rivista Systematic Entomology.
La nuova specie presenta alcune differenze sorprendenti rispetto alle vespe odierne. Ad esempio, non si osserva il tipico restringimento tra il torace e l’addome, caratteristico delle vespe moderne; al contrario, il corpo del Baladi warru appare come una massa quasi continua. Inoltre, si ipotizza che le larve di questa specie avessero un aspetto simile a quello dei bruchi.
Un legame con la flora locale
Juanita Rodriguez, ricercatrice presso l’Organizzazione per la Ricerca Scientifica e Industriale del Commonwealth (CSIRO), ha spiegato che durante l’analisi del fossile sono stati rinvenuti grani di polline sulla testa, suggerendo che questo insetto visitasse piante del genere Quintinia. Gli scienziati hanno anche osservato che le seghe possiedono ovopositori a forma di sega, un organo utilizzato per deporre le uova, il che spiega la seconda parte del loro nome, in riferimento alla cultura locale.
“Sebbene questa particolare specie, Baladi warru, sia estinta da milioni di anni, offre importanti informazioni sugli impollinatori autoctoni, consentendoci di comprendere meglio la loro evoluzione e il loro impatto attuale“, ha sottolineato Rodriguez.
Antenati del Gondwana
Nonostante il fossile risalga al Miocene, i ricercatori affermano che questo gruppo di insetti potrebbe essersi originato durante il Cretaceo, circa 100 milioni di anni fa, quando viveva nel supercontinente meridionale Gondwana. “Con la frattura di questo supercontinente, le seghe si sono diffuse tra l’Australia e il Sud America“, ha spiegato un altro ricercatore.
Questa divisione aiuta a comprendere la distribuzione dei possibili discendenti o cugini del fossile. L’ipotesi principale è che appartengano alla famiglia dei Pergidae, che include circa 440 specie. Di queste, oltre 270 si trovano nelle Americhe (la maggior parte in Sud America) e circa 165 nella regione conosciuta come Australasia (Australia, Nuova Zelanda, Nuova Guinea e alcune isole vicine).
Rari cugini fossili
È interessante notare che, fino a questa scoperta, erano noti solo due fossili rappresentanti di questo gruppo: le specie Fonsecadalia perfectus e Fonsecadalia propinquus, entrambe rinvenute nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Questa ricerca è stata condotta da membri dell’Università Federale del Ceará (UFC) e pubblicata nella Revista de Geologia.
Questi risultati contribuiscono a confermare l’impatto della divisione dei continenti, causata dal movimento delle placche tettoniche, sull’evoluzione di questi antenati delle vespe e di altri insetti.
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