La missione DART della NASA ha compiuto un’impresa straordinaria a settembre 2022, spostando un corpo celeste in modo che sembrava possibile solo nella fantascienza o nella mitologia. L’asteroide Dimorphos, la luna del più grande asteroide Didymos, è stato colpito con tale forza dall’astronave che ha alterato la sua orbita. Questo evento ha aperto la strada alla missione Hera dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata appena la scorsa settimana.
DART ha dimostrato la possibilità di proteggerci dagli asteroidi pericolosi, generando un cambiamento nell’orbita di Dimorphos più grande del previsto, lanciando massi nello spazio e potenzialmente creando la prima pioggia di meteoriti causata dall’uomo su Terra e Marte. Tuttavia, molte incertezze circondano ciò che è accaduto a Dimorphos, e proprio per questo Hera è fondamentale per fornire risposte concrete.
Paolo Martino, Vice Responsabile del Progetto della missione, ha sottolineato che Hera eseguirà una completa caratterizzazione di Dimorphos, convalidando e calibrando i modelli scientifici per comprendere appieno l’efficacia della tecnica d’impatto di DART e per pianificare futuri interventi su asteroidi potenzialmente pericolosi.
Non tutti gli asteroidi sono simili: alcuni sono rocciosi, altri metallici, altri ancora cumuli di detriti. È cruciale comprendere l’impatto completo di DART per poter utilizzare al meglio questa tecnologia nel futuro per deviare asteroidi. Martino ha sottolineato l’importanza di rispondere alla domanda fondamentale su come si presenta attualmente Dimorphos, sottolineando che solo Hera potrà fornire una risposta definitiva.
Hera studierà il sistema a due corpi con approfondimento, sfruttando il test degli strumenti effettuato poco dopo il lancio, che ha permesso di raccogliere dati e scattare immagini della Terra e della Luna da oltre 1 milione di chilometri di distanza. I primi giorni dopo il lancio sono stati intensi di emozioni per i team, con i primi test riusciti degli algoritmi di navigazione autonomi e i primi scatti catturati dagli strumenti.
Un aspetto notevole di Hera è il breve periodo di tempo impiegato per passare dall’idea al lancio, solo quattro anni, una realizzazione straordinaria considerando che molte missioni nello spazio richiedono molto più tempo per essere realizzate. Il concetto di un Impattatore e un’astronave Osservatore è stato formulato più di 20 anni fa dal Prof. Andrea Milani dell’Università di Pisa, che ha dato il nome a uno dei CubeSats della missione.
Il CubeSat LICIACube dell’Agenzia Spaziale Italiana, trasportato da DART, ha fornito i primi dati sulle conseguenze della collisione, dati che saranno ampliati dall’arrivo di Hera al doppio asteroide. Nei prossimi mesi, Hera si prepara per un sorvolo di Marte nel marzo 2025, durante il quale calibrerà i suoi strumenti e avrà l’opportunità di osservare Deimos, una delle lune di Marte, grazie a una traiettoria di sorvolo appositamente progettata.
Le manovre di frenata alla fine del 2026 porteranno Hera a un rendezvous con Didymos, offrendo così le prime immagini dettagliate per svelare il mistero su come si presenta attualmente Dimorphos.