I microplastici sono diventati una presenza diffusa nel 2024, con nuove ricerche che evidenziano la presenza di questi minuscoli inquinanti nei cervelli umani, nei genitali maschili e persino nelle placente umane. Recentemente, uno studio ha esaminato l’impatto dei microplastici sui delfini in libertà negli Stati Uniti, rivelando che nemmeno questi intelligenti cetacei sono immuni, con il loro respiro contenente frammenti di plastica microscopica.
La ricerca ha coinvolto lo studio dei delfini mulini (Tursiops truncatus) selvatici in due diverse aree: un estuario urbano nella baia di Sarasota, in Florida, e un ambiente più rurale nella baia di Barataria, in Louisiana. Il team ha raccolto campioni di respiro dai delfini per analizzare la presenza di microplastici, sia nell’ambiente circostante che all’interno dei delfini stessi.
Per ottenere i campioni di respiro, sono stati raccolti campioni di aria espirata dai boccaporti di 11 delfini: cinque provenienti da Sarasota e sei dalla baia di Barataria. Durante le valutazioni della salute con cattura e rilascio, i campioni di respiro sono stati prelevati utilizzando una piastra di Petri posizionata sopra il delfino.
Miranda Dziobak del College of Charleston in South Carolina ha spiegato: “Durante le brevi valutazioni della salute, abbiamo utilizzato una piastra di Petri o uno spirometro personalizzato per raccogliere i campioni di respiro espirato dai delfini”.
Per analizzare i campioni, è stato utilizzato un microscopio nel laboratorio di un collega al The Citadel per individuare particelle che sembravano essere di plastica in base al colore, alla texture superficiale e alla forma. Successivamente, per confermare la natura plastica delle particelle, sono state esaminate utilizzando la spettroscopia Raman da un collega alla Virginia Tech.
I ricercatori hanno anche raccolto campioni dall’aria circostante per confrontarli con quelli prelevati dai delfini e determinare se i microplastici fossero presenti solo nell’ambiente naturale o fossero effettivamente esalati dai delfini stessi.
L’esposizione alla plastica negli esseri umani è stata ampiamente studiata, evidenziando l’inalazione come principale via di esposizione. Basandosi su questa conoscenza, i ricercatori hanno voluto esplorare se l’inalazione potesse essere un meccanismo di esposizione anche per i delfini. Inoltre, sono state analizzate le differenze tra l’ingestione e l’inalazione di microplastici nei delfini.
I risultati hanno mostrato che tutti e 11 i delfini avevano almeno una particella di microplastica nel loro respiro. Ulteriori analisi hanno rivelato una varietà di fibre e frammenti, tra cui il polietilene tereftalato (PET) e il polietilene (PE), comunemente utilizzati in diversi prodotti.
Attualmente non è chiaro come la presenza di microplastici possa influenzare la salute dei delfini. Tuttavia, considerando che l’inalazione di microplastici può causare infiammazioni polmonari e altri problemi respiratori negli esseri umani, i delfini potrebbero essere a rischio di problemi simili.
I ricercatori sperano che questi risultati sensibilizzino sul problema della presenza diffusa di microplastici e incoraggino il pubblico a ridurre l’uso di plastica, sia per la propria salute che per quella dei delfini. Lo studio è stato pubblicato su PLoS ONE.