Quando si parla di uccelli alti, la mente si rivolge spesso all’oca struzzo o al maestoso e corpulento Pesto, il pinguino re. Tuttavia, molti dei più grandi uccelli del pianeta non hanno la capacità di volare. Quindi, qual è l’uccello più alto che può effettivamente prendere il volo?
Questo titolo spetta a una specie di gru con una testa rossa sorprendente e un richiamo trombettante. La famiglia delle gru Gruidae conta 15 specie, caratterizzate non solo dalla capacità di percorrere lunghe distanze durante la migrazione, ma anche da un’impressionante statura.
La gru sarus (Grus antigone) è stata insignita del titolo di uccello volante più alto, con un’altezza che può raggiungere i 1,8 metri e un’apertura alare di circa 2,5 metri. Queste gru, presenti nel subcontinente indiano, nel Sud-est asiatico e nel nord dell’Australia, nidificano in zone umide basse e risaie allagate.
Si nutrono di una varietà di insetti, pesci, piante e semi, con un peso che varia dai 5 ai 12 chilogrammi. I maschi di questa specie tendono ad essere più grandi delle femmine. Nonostante le loro dimensioni imponenti, le gru sarus possono raggiungere una notevole velocità a terra e volare fino a 72 chilometri all’ora.
Le gru sarus, come molte altre specie di gru, mostrano comportamenti di corteggiamento complessi. Per attirare l’attenzione dei partner e delimitare i territori, queste gru si esibiscono in balli elaborati e suoni di tromba.
I loro nidi, che possono raggiungere un diametro di 1,83 metri, vengono utilizzati per covare 1 o 2 uova all’anno, con entrambi i sessi che si occupano della cova e della cura dei piccoli insieme.
Pur non avendo molti predatori terrestri, la gru sarus è attualmente classificata come Vulnerabile nella Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). La specie è minacciata dalla perdita di habitat dovuta all’agricoltura e allo sviluppo del territorio, all’avvelenamento da pesticidi e alla caccia e raccolta di uova.
Sono in corso diversi sforzi di conservazione per proteggere la specie, in particolare nelle aree di nidificazione, con team che lavorano per preservare le zone umide e ripristinare la popolazione attraverso progetti di allevamento in cattività.
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