L’uragano Milton ha subito una rapida intensificazione, passando da una tempesta di Categoria 1 a Categoria 5 in meno di 12 ore, diventando così il quinto uragano più potente mai registrato nell’Atlantico. Le sue velocità del vento hanno raggiunto i 285 chilometri all’ora, creando una tempesta mostruosa che ha iniziato a prendere slancio nella penisola dello Yucatán in Messico il lunedì 7 ottobre, prima di attraversare il Golfo del Messico.
Al momento della stesura, l’uragano era classificato come Categoria 4, ma si prevedeva che crescesse ulteriormente in dimensioni fino a martedì, dirigendosi verso la costa occidentale della Florida, nella regione di Tampa Bay, per colpire nella notte di mercoledì 9 ottobre, secondo il Servizio Meteorologico Nazionale (NWS).
Il pericolo non sarà solo rappresentato dal potente vento, ma anche da cambiamenti di pressione marina che causeranno un’innalzamento anomalo del livello del mare, noto come mareggiata. A Tampa Bay, si prevede un’onda di tempesta di 3,6 metri, che potrebbe inondare decine di migliaia di case e causare danni per miliardi di dollari.
Le forti piogge previste da martedì a mercoledì notte costituiranno un ulteriore pericolo, portando a allagamenti improvvisi e gravi inondazioni fluviali. Le autorità statunitensi si stanno preparando al peggio, definendo la situazione estremamente pericolosa per la vita umana.
Il sindaco di Tampa, Jane Castor, ha dichiarato lo stato di emergenza a causa dell’uragano Milton e ha ordinato l’evacuazione obbligatoria di alcune zone, tra cui la Contea di Hillsborough e le case mobili. Castor ha sottolineato l’importanza di seguire le direttive delle autorità e ha ammonito sul pericolo di sfidare la potenza della natura.
La Florida, già colpita dall’uragano Helene poche settimane prima, si trova ora ad affrontare un’altra minaccia. Le autorità stanno lavorando per rimuovere i detriti lasciati da Helene, al fine di evitare che diventino pericolosi proiettili durante l’arrivo di Milton.
La frequenza e l’intensità degli uragani sono aumentate negli ultimi anni, tanto che alcuni scienziati propongono l’introduzione di una nuova categoria, la Categoria 6, per riflettere meglio la potenza di queste tempeste. Il legame tra l’incremento degli uragani record e il cambiamento climatico è evidente: le temperature più elevate della superficie del mare forniscono maggiore energia agli uragani, aumentandone la potenziale intensità e velocità del vento.
Al contempo, il cambiamento climatico potrebbe rallentare il movimento degli uragani, permettendo loro di rimanere fermi su una determinata area per periodi più lunghi, aumentando così i danni che possono causare.
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