In una zona caratterizzata dalla presenza di vulcani ‘giovani’, un team di scienziati ha rilevato la presenza, a diverse profondità nella crosta terrestre, di otto camere magmatiche. E ha segnalato che la più grande e vicina alla superficie ha un potenziale eruttivo legato a fattori quali i terremoti. La scoperta è stata fatta nel Kula-Salihli Global Geopark, grazie all’installazione di quindici sismometri appositamente costruiti dal gruppo composto da dodici scienziati provenienti da diverse università.
Da 5 a 30 chilometri sotto la superficie, hanno scoperto la presenza di otto camere magmatiche, chiamate anche roccia fluida e fusa. Il professor Özgür Karaoğlu ha dichiarato, riferendosi alla più grande delle camere magmatiche: “C’è una massa di magma che pensiamo riscaldi il sistema geotermico in questa regione. Abbiamo accertato che emerge in superficie da una profondità di 5 chilometri”.
In base alla valutazione della loro posizione, disposizione e vicinanza, secondo l’esperto esiste la possibilità che le camere magmatiche trovate possano eruttare nuovamente. Poiché la regione è sede di faglie attive, inoltre, i terremoti potrebbero innescare il magma, portando di conseguenza ad attività vulcaniche. Definita dall’antico geografo Strabone come “Katakekaumene-Paese Bruciato” nella sua opera “Geographika”, Kula conta più di 80 coni vulcanici, camini delle fate, grotte carsiche, canyon, tombe rupestri, ponti di pietra e case storiche distribuite su una vasta area .