Risolto il più grande enigma della cosmologia grazie alla scoperta di un’insolita supernova

Il valore della velocità con cui l'universo si espande potrebbe essere determinato utilizzando un metodo alternativo basato sulla luce deformata gravitazionalmente da una supernova di tipo Ia.

Un team internazionale di astronomi ha trovato prove che confermano il valore della costante di Hubble, considerata il più grande enigma della cosmologia e che potrebbe contraddire gli attuali metodi per determinare il tasso di espansione dell’universo. Ad annunciarlo è la NASA.

La costante di Hubble è una misura che indica che la velocità attuale con cui gli oggetti astronomici si allontanano gli uni dagli altri a causa dell’espansione dell’universo è più veloce di quanto previsto dalla comunità astronomica .

Le misurazioni effettuate nell’universo primordiale, cioè profondamente lontano dalla Terra, mostrano che il tasso di espansione coincide con l’attuale modello di evoluzione dell’universo, mentre quelle che sono state prese più vicino al nostro pianeta mettono in dubbio la concezione della cosmologia come noi saperlo.

Si è pensato che per risolvere questo enigma fosse necessario proporre una ‘nuova fisica‘, cioè un modello teorico più completo di quelli esistenti per spiegare questo fenomeno. È stata però considerata anche la possibilità di errori nei due metodi attualmente utilizzati per misurare l’espansione dell’universo.

Gli scienziati hanno utilizzato i telescopi spaziali Hubble e James Webb per ottenere misurazioni definitive che aiutano a confermare l’ipotesi che altri fenomeni stiano influenzando il tasso di espansione dell’universo, come l’energia oscura .

Una conferma della costante di Hubble


In vari articoli, pubblicati principalmente su The Astrophysical Journal, la costante di Hubble è stata calcolata utilizzando un metodo alternativo basato sulla luce deformata gravitazionalmente da una supernova di tipo Ia situata nell’ammasso di galassie G165, a 3,6 miliardi di anni luce dalla Terra.

Le supernove Ia sono prodotte dall’esplosione termonucleare di stelle nane bianche che hanno esaurito il combustibile presente nei loro nuclei. Le distanze dell’universo, e quindi il valore della costante di Hubble, possono essere misurate confrontando la luminosità effettiva di questi oggetti astronomici con la loro luminosità apparente.

Gli specialisti hanno assicurato che il valore della costante di Hubble è di 75,4 chilometri al secondo per megaparsec (km/s/Mpc), contraddicendo i valori dei modelli precedenti (rispettivamente 67 e 73,2 km/s/Mpc). Questo risultato è stato ottenuto esaminando e confrontando i tre diversi punti luminosi della supernova Ia con vari modelli di lente gravitazionale.

I risultati del nostro team sono sorprendenti. Il valore della costante di Hubble corrisponde ad altre misurazioni nell’universo locale ed è in una certa misura in conflitto con i valori ottenuti quando l’universo era giovane“, ha affermato la ricercatrice Brenda Frye.