Oltre 300 geoglifi scoperti grazie all’intelligenza artificiale

Gli archeologi dell'Università in Giappone, in collaborazione con il Ministero della Cultura peruviano, annunciano la scoperta di nuovi geoglifi.

Oltre 300 geoglifi scoperti dagli archeologi.

La scoperta è stata fatta nella regione della Pampa di Nazca, in Perù grazie all’uso di droni e dell’intelligenza artificiale sviluppata insieme a IBM Research. Questa scoperta ha segnato un notevole avanzamento nella comprensione di queste enigmatiche opere d’arte precolombiane, più che raddoppiando il numero di geoglifi precedentemente noti nell’area.

I geoglifi di Nazca, creati manipolando le pietre sulla superficie del terreno, risalgono al periodo iniziale della cultura Nazca, intorno al I secolo a.C., e continuarono ad essere prodotti fino al XV secolo, durante il periodo Ica. Tradizionalmente, queste figure enormi, visibili solo dall’alto, sono state oggetto di studio e di meraviglia per secoli, con teorie che spaziano dall’astronomia ai riti religiosi.

L’uso dell’IA, sviluppata in collaborazione tra il Nazca Institute dell’Università di Yamagata e IBM Research, ha permesso di individuare geoglifi più piccoli, che risultano molto difficili da rilevare ad occhio nudo o con strumenti tradizionali. Secondo un articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), l’IA è stata particolarmente efficace nel rilevare i cosiddetti geoglifi di tipo rilievo, che si distinguono dalle più note e gigantesche linee visibili a grande distanza.

L’integrazione dell’IA ha così consentito un’analisi più dettagliata dei motivi figurativi e della distribuzione dei geoglifi nella Pampa di Nazca. I nuovi geoglifi scoperti includono una varietà di motivi, tra cui rappresentazioni antropomorfe (figure umane), zoomorfe (animali), e forme geometriche. Rispetto alle famose Linee di Nazca, questi nuovi geoglifi, più piccoli e nascosti lungo antichi percorsi, si ritiene siano molto più antichi. Sono stati ipotizzati diversi possibili usi di queste figure: potrebbero aver servito come segnaletica per i viaggiatori lungo i sentieri, come simboli di gruppi sociali o come strumenti per rituali locali su piccola scala.

Altre teorie suggeriscono che i geoglifi fossero destinati ad essere visti dalle divinità dall’alto, oppure che avessero allineamenti astronomici, fungendo da sorta di calendario. In ogni caso, la scoperta di questi 303 nuovi geoglifi rappresenta un grande passo avanti nello studio delle antiche culture della regione di Nazca e apre nuove possibilità per comprendere il loro significato e il loro utilizzo nella vita quotidiana e spirituale di queste antiche civiltà.