Creato il primo rubino cresciuto artificialmente al mondo

Una tecnica innovativa permette di coltivare rubini utilizzando scarti di gemme, offrendo un'alternativa sostenibile all'estrazione mineraria e aprendo nuove opportunità per l'industria della gioielleria.

Un rubino è stato per la prima volta coltivato direttamente all’interno di un anello di platino, piantando un seme di rubino. Questo approccio innovativo potrebbe trasformare l’industria dei gioielli, dimostrando che non è più necessario estrarre pietre preziose dalle miniere per ottenere gemme di alta qualità. Il seme utilizzato per far crescere la pietra può essere creato a partire da scarti di altre gemme, risorse già abbondanti.

Sofie Boons, gioielliera e ora scienziata presso l’Università del West of England (UWE), ha lavorato per quattro anni per sviluppare un processo capace di trasformare questi materiali di scarto in rubini indistinguibili da quelli naturali. Boons ritiene che questa scoperta possa sfatare la credenza diffusa che le gemme prodotte in laboratorio siano meno autentiche o preziose. I rubini coltivati seguono un processo naturale, creando faccette uniche ogni volta che un nuovo seme viene utilizzato.

Boons auspica che la sua ricerca possa aprire la strada a una nuova generazione di “gemme urbane“, capaci di offrire un’alternativa ecologica sia alle pietre estratte che a quelle create in laboratorio. L’estrazione mineraria ha gravi conseguenze ambientali, tra cui erosione del suolo, deforestazione e distruzione di habitat naturali. Anche le pietre prodotte in laboratorio consumano grandi quantità di energia. Al contrario, le gemme urbane si basano su scarti di gemme o piccoli frammenti, che vengono poi coltivati in forni speciali con una soluzione di flusso, abbassando la temperatura di fusione dell’ossido di alluminio, il principale componente del rubino, e consentendo così di ottenere gemme brillanti in pochi giorni.

I rubini ottenuti sono strutturalmente identici a quelli naturali, ma senza l’impatto ambientale causato dall’estrazione. Boons sostiene che c’è già abbastanza materiale di scarto per soddisfare la domanda di rubini senza dover ricorrere alle miniere. Secondo l’esperta, il processo è abbastanza semplice da essere adottato anche dai gioiellieri, non solo dagli scienziati. È entusiasta delle prospettive di espandere la ricerca, puntando a coltivare gemme di vari colori in metalli diversi.

Questa innovativa tecnica consente di far crescere pietre di qualsiasi dimensione utilizzando frammenti di gemme, senza comprometterne il valore, cosa che finora era difficile da realizzare. Boons immagina un futuro in cui i gioielli possano essere creati con rubini coltivati in situ, aprendo nuove possibilità per il design e la produzione. Coltivare gemme in diverse tonalità e metalli potrebbe dare vita a inedite opportunità nel settore dei gioielli.