La start-up Real Ice prevede di utilizzare l’acqua di mare per addensare il ghiaccio artico con una tecnologia chiamata geoingegneria. L’azienda con sede nel Regno Unito afferma sul suo sito web che “il ripristino del ghiaccio marino è una parte fondamentale del ripristino del nostro mondo naturale” e paragona la misura alla riforestazione dell’Amazzonia.
Il progetto comporterebbe l’inondazione del ghiaccio marino con acqua di mare per creare un ulteriore strato di ghiaccio. Poi, a fine inverno, verrebbe ricreato uno strato di neve sopra la parte ghiacciata per proteggerla dalle radiazioni solari, che, in questo modo, aumenteranno nuovamente. Ciò verrebbe realizzato con l’idrogeno verde, generato da energia rinnovabile (energia eolica o solare).
L’idea di ricongelare l’Artico cerca di invertire i dati critici evidenziati anno dopo anno dagli scienziati. Nel 2023, l’Agenzia spaziale europea (ESA) ha annunciato che lo scioglimento dei poli in Groenlandia e Antartide è quintuplicato dagli anni ’90. In totale, tra il 1992 e il 2020 si sono sciolte 7,56 trilioni di tonnellate di ghiaccio. Nello stesso anno, secondo l’agenzia nazionale statunitense Snow and Ice Data Center (NSIDC), il ghiaccio marino che circonda l’Antartide ha raggiunto i livelli più bassi mai registrati, anche durante l’inverno.
Sul sito web della società, il presidente esecutivo Simon Woods afferma che sta “cercando di avviare un’industria dell’agricoltura del ghiaccio” con l’obiettivo di “proteggere le comunità globali e locali dagli effetti drastici del riscaldamento artico e, inoltre, contribuire a preservare la biodiversità naturale dell’Artico. un ecosistema essenziale”.
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