Un nuovo studio internazionale guidato dai ricercatori di diverse città italiane quali Bologna, Firenze e Siena, ha sequenziato il genoma di un bambino risalente a 17.000 anni fa, scoperto nel sud Italia. Il bambino, morì a soli 16mesi dalla nascita e i suoi resti sono stati rinvenuti nella Grotta delle Mura, vicino Monopoli. I resti del piccolo, sono stati analizzati utilizzando tecniche all’avanguardia come la paleogenomica e la datazione radiocarbonio.
Il team ha scoperto che aveva probabilmente, pelle scura, capelli ricci ed occhi azzurri e che i suoi genitori erano strettamente imparentati tra di loro , forse cugini di primo grado. Le analisi genetiche affermano che il bambino soffriva di cardiomiopatia ipertrofica, patologia genetica legata a morte improvvisa. Le analisi sui suoi denti, hanno rivelato episodi di stress fisiologico, durante la sua breve vita.
Questa ricerca ha permesso di ricostruire il genoma umano più antico mai rinvenuto in Italia e ha fornito importanti informazioni sulle dinamiche biologiche e sociali del Paleolitico Superiore , sottolineando il ruolo del nostro paese come punto di incontro tra i diversi gruppi di cacciatori-raccoglitori.