Intorno al primo millennio d.C., nel sud del Madagascar, un enigmatico gruppo di persone scolpì ampie camere e cavità nella roccia di una parete di una scogliera. Questo sito, chiamato Teniky (o Tenika), si trova nel cuore del Parco Nazionale di Isalo, nel centro-sud del Madagascar. Le terrazze e l’architettura di Teniky hanno confuso gli archeologi per decenni, poiché non assomigliano a nulla di simile trovato nel Madagascar o lungo la vicina costa dell’Africa orientale.
Le strutture di roccia di Teniky sono conosciute da oltre 100 anni, ma la ricerca archeologica su di esse è stata limitata a causa della loro posizione remota. Per raggiungere il sito, i team di scavo devono percorrere 20 km attraverso un terreno difficile con canyon ripidi. Questa sfida logistica è resa ancora più complessa dalla necessità di collaborare con istituzioni locali e ottenere autorizzazioni da diversi ministeri malgasci.
All’inizio del ventesimo secolo, i naturalisti francesi Alfred e Guillaume Grandidier ipotizzarono che le nicchie di roccia a Teniky potessero essere state scolpite dai marinai portoghesi naufragati sull’isola nel XVI secolo. Tuttavia, nel 1963, gli archeologi Ginter e Hébert respinsero questa teoria, sottolineando che le nicchie cave richiedevano troppo sforzo per essere scolpite. Ulteriori ricerche condotte nel 2019, utilizzando immagini satellitari ad alta risoluzione, hanno rivelato che il sito archeologico era molto più esteso di quanto si pensasse in precedenza.
Il team di ricerca guidato dal professor Guido Schreurs ha condotto rilievi sul campo e scavi nelle strutture di Teniky, tra cui le camere conosciute come Grande Grotte e Petit Grotte. Oltre alle nicchie circolari e rettangolari di pietra, sono state scoperte terrazze artificiali, bacini di pietra, strutture circolari e rettangolari, massi conglomerati scavati nella roccia e cocci ceramici.
L’analisi del carbone e dei cocci ceramici recuperati ha indicato che il sito era occupato tra il X e il XII secolo d.C. I reperti non locali suggeriscono che la comunità di Teniky avesse collegamenti con la rete commerciale dell’Oceano Indiano, con cocci provenienti dal sud-est asiatico e dalla Cina. Questo esclude l’ipotesi dei marinai portoghesi, poiché le prime navi portoghesi raggiunsero l’Oceano Indiano solo nel 1498.
Basandosi su queste scoperte, Schreurs e il suo team hanno ipotizzato che la popolazione misteriosa di Teniky potesse avere origini zoroastriane. Le somiglianze stilistiche delle strutture con i rituali zoroastriani hanno rafforzato questa teoria. Tuttavia, la mancanza di ossa sul sito solleva interrogativi, poiché i zoroastriani praticavano l’esposizione dei morti in nicchie di pietra.
Nonostante le incertezze, le prove storiche e archeologiche indicano che una comunità zoroastriana potrebbe essere giunta a Madagascar nel primo millennio. Schreurs e il suo team torneranno a Teniky nel 2025 per ulteriori scavi e ricerche, con l’obiettivo di approfondire la comprensione di queste misteriose persone che abitavano l’isola mille anni fa.
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