Dopo aver percorso lunghe distanze a nuoto e camminato per decine di chilometri, probabilmente sfruttando una piattaforma di ghiaccio o un iceberg proveniente dalla Groenlandia, un orso polare si è ritrovato accidentalmente in Islanda. L’ultimo avvistamento di questa specie nel Paese risale al 2016, quando l’animale fu abbattuto. La vicenda si è ripetuta anche questa volta: lo scorso giovedì, i cecchini non hanno perso tempo ed hanno eliminato il nuovo esemplare, ritenuto un rischio per una donna anziana che risiedeva nel remoto villaggio in cui l’orso era comparso.
Secondo Helgi Jensson, capo della polizia dei fiordi occidentali, l’orso è stato abbattuto nella regione nord-occidentale del Paese, dopo che l’Agenzia nazionale per l’ambiente ha deciso di non procedere con il suo trasferimento. “Non è una cosa che ci entusiasma fare”, ha spiegato Jensson. “Nella foto si vede chiaramente l’orso molto vicino a una casa. All’interno viveva una signora anziana”. Jensson ha raccontato che la donna, trovandosi da sola, si è rifugiata al piano superiore mentre l’orso stava frugando nella spazzatura vicino alla casa.
Nonostante gli attacchi degli orsi polari contro l’uomo siano eventi eccezionali, uno studio del 2017 pubblicato sul Wildlife Society Bulletin ha indicato che la riduzione del ghiaccio marino dovuta al riscaldamento globale ha aumentato il numero di orsi affamati che si spingono verso la terraferma, incrementando il rischio di conflitti con le persone. Secondo le statistiche, tra il 1870 e il 2014 ci sono stati 73 attacchi documentati di orsi polari in Canada, Groenlandia, Norvegia, Russia e Stati Uniti. Tra il 2009 e il 2014, si sono verificati 15 di questi attacchi, a causa della crescente vicinanza tra gli orsi e gli esseri umani, provocata dal cambiamento climatico.
In Islanda, pur essendo gli orsi polari una specie tutelata, possono essere abbattuti se rappresentano una minaccia per la popolazione o il bestiame. Dopo l’arrivo di due orsi nel 2008, si è acceso un dibattito sull’eliminazione di questa specie in pericolo, che ha portato il ministro dell’ambiente a istituire un gruppo di lavoro per analizzare la questione. La conclusione è stata che uccidere gli orsi che vagano fuori dal loro habitat era la soluzione più sicura. Ancora una volta, le ragioni economiche sembrano prevalere: una mucca da macello viene valutata quanto un orso polare, una specie a rischio di estinzione.
Il giovane orso, che pesava tra i 150 e i 200 chilogrammi, sarà ora inviato a un istituto di ricerca per essere studiato. Gli scienziati esamineranno la presenza di parassiti e infezioni e valuteranno le sue condizioni fisiche, come la salute degli organi e la quantità di grasso. La pelliccia e il cranio potrebbero essere conservati come reperti per la collezione dell’istituto.
Il cambiamento climatico sta creando enormi difficoltà agli orsi polari. Con l’aumento delle temperature, il ghiaccio marino si scioglie prima in primavera e si riforma più tardi in inverno, riducendo le opportunità di caccia degli orsi e costringendoli a trascorrere periodi più lunghi senza cibo, oltre a nuotare per distanze maggiori. Questo sforzo extra porta a un deterioramento delle condizioni fisiche e a una riduzione del peso medio degli orsi adulti, mentre meno cuccioli sopravvivono, e quelli che lo fanno sono più piccoli. La IUCN ha dichiarato che il riscaldamento globale è la più grande minaccia per l’habitat degli orsi polari, e recenti ricerche suggeriscono che il ghiaccio marino estivo potrebbe scomparire nel giro di un decennio, molto prima di quanto precedentemente previsto.
Gli orsi polari, essendo predatori all’apice della catena alimentare, svolgono un ruolo essenziale per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema artico. Tuttavia, questa protezione internazionale cessa di valere non appena attraversano i confini di Paesi come l’Islanda, che non tollerano la loro presenza, come è successo al giovane orso abbattuto appena entrato nel territorio islandese.
L’inquinamento causato dalle attività umane sta contribuendo ulteriormente alla loro decimazione, oltre alla scomparsa dei ghiacci. La presenza degli orsi in Islanda non viene accettata, nemmeno quando le difficoltà imposte dal cambiamento climatico li spingono a migrare. La convivenza con i grandi predatori, ovunque nel mondo, rimane un problema irrisolto e spesso conduce alla loro eliminazione. La realtà è che lo spazio per gli animali sul nostro pianeta si sta riducendo drammaticamente. L’umanità ha colonizzato ogni angolo della Terra, devastando ciò che non è stato urbanizzato. Se qualche animale osa avventurarsi oltre i limiti imposti dall’uomo, viene ucciso. Il nostro pianeta, come i ghiacciai, sta andando alla deriva.