Scoperti 3600 contaminanti nel corpo umano: provengono dalle confezioni dei cibi

La scoperta è dei ricercatori del Food Packaging Forum: quali sono gli impatti per la salute?

Contaminanti nel corpo umano, i dettagli della ricerca (Pixabay)

Uno studio condotto dai ricercatori deldel Food Packaging Forum e pubblicato su Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology ha portato ad una scoperta sconcertante. Come riportato da Ansa, nel corpo umano sono stati rilevato 3.600 contaminanti provenienti in gran parte dalle confezioni degli alimenti ma anche da altri materiali che, durante il processo di lavorazione, conservazione e cottura, si trovano a diretto contatto con essi. Si tratta di sostanze in parte già note come pericolose per la salute umana ma ve ne sono moltissime delle quali si sa ancora molto poco in merito ai potenziali effetti nocivi.

Complessivamente sono state esaminate ben 14mila sostanze diverse che potrebbero entrare a contatto con gli alimenti. Dopo aver analizzato i dati riportati in studi scientifici e database di biomonitoraggio che vanno a tracciare nei campioni di urina, sangue e latte materno le sostanze chimiche, il team dell’organizzazione no profit basata a Zurigo ne ha valutato la presenza nel corpo umano, lavorando insieme a colleghi di quattro istituzioni accademiche.

Le aspettative erano quelle di rilevare la presenza di alcune centinaia di contanimanti ma i risultati sono stati di gran lunga superiori con il 25% dei contaminanti ad oggi noti rilevati nell’organismo. Sui risultati su è espresso Olwenn Martin dell’University College di Londra: “Sapevamo già che le sostanze problematiche negli imballaggi alimentari non si limitano quelle ben note, come bisfenolo e ftalati ma siamo rimasti sorpresi dall’elevato numero di sostanze a contatto con gli alimenti per le quali esistono prove di esposizione umana. Ciò dimostra che è necessario fare più ricerche sulla tossicità e l’esposizione a molte sostanze e sulla regolamentazione del loro utilizzo negli imballaggi alimentari”.

La coordinatrice dello studio, Jane Muncke ha aggiunto: “Questo lavoro evidenzia il fatto che i materiali a contatto con gli alimenti non sono completamente sicuri, anche se possono essere conformi alle normative, perché trasferiscono sostanze note come pericolose per le persone. Vorremmo che questa nuova base di prove venisse utilizzata per migliorare la sicurezza dei materiali a contatto con gli alimenti, sia in termini di normative che nello sviluppo di alternative più sicure”.