Cosa ha rivelato lo studio più approfondito mai realizzato sui cambiamenti climatici?

"Uno studio rivela come i livelli di CO2 hanno influenzato il clima terrestre negli ultimi 485 milioni di anni e avverte dei rischi legati al riscaldamento attuale"

Un team di scienziati dell’Università dell’Arizona (UofA) e dello Smithsonian Institution, negli Stati Uniti, ha condotto lo studio più dettagliato fino ad oggi sui cambiamenti avvenuti nella temperatura della superficie terrestre nel corso degli ultimi 485 milioni di anni.

Utilizzando un metodo che combina dati geologici e modelli climatici, i ricercatori hanno creato una curva di temperatura per ottenere una comprensione “più coerente” del clima durante gran parte dell’eone Fanerozoico (gli ultimi 540 milioni di anni dell’evoluzione del pianeta), un ‘‘periodo geologico – riferisce l’UofAnel quale la vita si è diversificata, ha popolato il pianeta e ha subito molteplici estinzioni di massa’

Sebbene questo sistema, chiamato “assimilazione dei dati“, sia stato originariamente sviluppato per prevedere il clima, questa volta è stato usato dagli esperti per “prevedere i climi del passato“. A spiegarlo è Emily Judd, autrice principale dell’articolo. La simulazione si concentra sugli ultimi 485 milioni di anni, poiché i dati sulla temperatura geologica prima di quel periodo sono limitati, in gran parte a causa della natura frammentaria dei reperti fossili, spiega lo Smithsonian.

Sono state raccolte, inoltre, più di 150.000 stime di temperature antiche, calcolate da cinque diversi indicatori chimici conservati in conchiglie fossili e altri tipi di materia organica antica. I ricercatori hanno poi combinati con più di 850 simulazioni di modelli di come avrebbe potuto essere il clima della Terra, in base alla posizione continentale e alla composizione atmosferica.

I risultati


I dati hanno rivelato che la temperatura durante quel periodo variava molto più di quanto si credesse in precedenza ed era compresa tra 12 e i 36 gradi Celsius. Un’altra scoperta dello studio riguarda la “sensibilità climatica”, una metrica di quanto il clima si riscalda quando l’anidride carbonica (CO2) raddoppia. In questo modo si è accertato che i periodi di caldo estremo erano legati, nella maggior parte dei casi, a livelli elevati di CO2 nell’atmosfera.

Questa ricerca illustra chiaramente che la CO2 è il fattore dominante nel controllo delle temperature globali nel corso del tempo geologico. Quando è bassa, la temperatura è fredda; quando è alta, la temperatura è calda“, ha affermato la paleoclimatologa Jessica Tierney, coautrice dello studio lo studio.

D’altra parte, il team ha determinato che l’attuale temperatura media globale della Terra è di 15°C, il che significa che è più fredda di quella registrata durante gran parte del Fanerozoico. Tuttavia, la Terra ora si sta riscaldando a un “tasso molto più veloce” rispetto anche agli eventi di riscaldamento più rapidi di quel periodo.

Questa situazione è causata dalle emissioni di CO2 e di altri gas serra, derivanti dai cambiamenti climatici causati dall’uomo, che mettono in pericolo gli ecosistemi e le specie del pianeta e stanno causando un rapido innalzamento del livello del mare. E vale la pena ricordare che durante il Fanerozoico episodi di cambiamento climatico accelerato causarono estinzioni di massa.

Gli esseri umani e le specie con cui condividiamo il pianeta sono adattati a un clima freddo. Portarci tutti rapidamente in un clima più caldo è pericoloso“, ha avvertito Tierney.

Sebbene questo sia lo studio più approfondito sui cambiamenti di temperatura mai condotto, è lungi dall’essere un progetto finito, ha affermato il coautore Brian Huber. “Siamo tutti d’accordo sul fatto che questa non è la curva finale“, ha detto. “I ricercatori continueranno a scoprire ulteriori indizi sul lontano passato, che aiuteranno a rivedere questa curva in futuro“, ha aggiunto l’esperto.

Stiamo cambiando il clima – ha avvertito Tierney – in un modo che è davvero fuori contesto per gli esseri umani. Il pianeta è stato e può essere più caldo, ma gli esseri umani e gli animali non possono adattarsi così rapidamente“.