Il COVID-19 potrebbe non rispettare i criteri di un’infezione stagionale, almeno non ancora, ma ciò non significa che non ci sia stato un andamento nei suoi picchi e cali negli ultimi anni.
In una prima analisi dettagliata, esperti di sanità pubblica hanno rivelato che negli Stati Uniti si sono verificate onde semestrali di COVID che oscillano tra nord e sud e, in misura minore, est e ovest.
Gli autori dello studio hanno utilizzato dati sulla frequenza dei casi giornalieri liberamente disponibili dal quotidiano New York Times, coprendo il periodo tra gennaio 2020, quando il COVID-19 è arrivato per la prima volta negli Stati Uniti, e agosto 2022, per un totale di 937 giorni.
Si sono contati 2,9 milioni di punti dati, registrando la data e la posizione di un totale cumulativo di 95 milioni di casi.
Dopo aver analizzato i dati a livello statale e contea, sono emersi alcuni schemi curiosi.
“La nostra scoperta più sorprendente è stata l’intensità alternata nord-sud dei tassi di casi di COVID-19 nella parte orientale degli Stati Uniti”, scrivono gli autori nel loro articolo.
Questa onda che si sposta tra stati settentrionali e meridionali, che gli autori hanno definito Oscillazione COVID-19 dell’Est degli Stati Uniti (EUCO), non era stata riconosciuta in precedenza.
Oltre ai picchi nazionali delle infezioni da COVID che tendono a verificarsi in inverno, l’EUCO ha guidato sub-epidemie regionali, secondo gli autori.
Hanno anche identificato un Oscillatore COVID-19 del Nord degli Stati Uniti (NUCO), che è meno evidente dell’EUCO ma è stato osservato come un modello alternato tra stati nord-orientali e nord-centrali.
I risultati aiutano a spiegare perché negli Stati Uniti si sono verificati picchi costanti di infezione durante i mesi estivi oltre che in inverno, il che è insolito per la maggior parte dei virus respiratori.
Tuttavia, gli autori scrivono che le cause di questi modelli epidemici oscillatori di recente riconoscimento devono ancora essere chiarite.
Le onde invernali di COVID-19 sono coerenti con quelle di altri virus respiratori, ma l’esistenza di un’ulteriore ripetuta impennata durante l’estate è stata inaspettata, ha spiegato il coautore senior Dr. Donald S. Burke, decano emerito della Scuola di Sanità Pubblica dell’Università di Pittsburgh, in una dichiarazione.
Queste onde iniziano vicino al confine meridionale degli Stati Uniti a luglio e agosto, quando fa più caldo e l’umidità è alta, fattori che di solito frenano la diffusione dei virus respiratori.
Non abbiamo una spiegazione convincente su perché i tassi di COVID-19 dovrebbero aumentare sia nei periodi più caldi che più freddi dell’anno.
Gli autori suggeriscono che queste onde oscillanti potrebbero essere indicative di un modello più ampio in tutto il continente nordamericano e raccomandano di estendere la loro analisi per indagare su questo.
Ottenere una comprensione più chiara della dinamica delle infezioni da COVID rimane fondamentale per la pianificazione e le previsioni.
Con l’emergere regolare di nuove varianti, capire quando e dove potrebbero verificarsi picchi di infezione è importante per l’implementazione di misure come i test e i vaccini aggiornati.
Sarà necessaria ulteriore ricerca per capire esattamente perché stiamo osservando questi schemi, ma una cosa è certa: più apprendiamo sul SARS-CoV-2, più questo virus continua a sorprenderci.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports.