L’antico anello ritrovato: il tesoro segreto della fortezza dei Pitti

Un pensionato scopre per caso un raro anello pitto durante uno scavo in una fortezza scozzese, ora in fase di studio presso il National Museum of Scotland.

John Ralph è un ingegnere in pensione, è laureato ormai diversi decenni fa all’Università di Aberdeen in Scozia. Da quando ha più tempo libero, John ha deciso di dedicarsi a diverse opere di volontariato e ad aiutare i suoi amici, alcuni dei quali sono archeologi professionisti.

Qualche settimana fa si trovava all’interno di un’antica fortificazione costruita dai Pitti, vicino la città di Burghead, per seguire un evento culturale che si sarebbe concluso con una piccola attività di scavo. Ralph, deciso a provare l’ebbrezza di scavare come un archeologo, ha così cominciato a setacciare i sedimenti, finché non ha visto qualcosa di strano.

Nel terriccio ha avvistato un piccolo anello di metallo, che aveva al centro un grande granato rosso, d’elevato valore. Ha così deciso di catturare immediatamente l’attenzione degli esperti presenti, che hanno subito potuto verificare che si trattava di un autentico anello pitto.

I pitti raramente producevano questa tipologia di gioielli, perché per loro erano fin troppo costosi” hanno dichiarato in una nota gli archeologi presenti alla scoperti. “Erano infatti relegati in Scozia e avevano poche possibilità per sconfinare negli altri regni meridionali“.

Il anello ora è in fase di pulizia, lucidatura e studio e si trova nei laboratori del National Museum of Scotland. Gli archeologi hanno già confermato la paternità del ritrovamento e hanno già invitato Ralph a tornare e a presenziare ad altri eventi culturali, che verranno organizzati presto nel paese. “Certamente non ci aspettavamo di trovare qualcosa del genere sul pavimento di quella che un tempo era una casa comune, durante un evento aperto al pubblico” ha chiarito Gordon Noble, professore di archeologia all’Università di Aberdeen.

I pitti sono gli antenati degli attuali scozzesi ed erano noti già in antichità per la loro bellicosità e per la loro usanza di tatuarsi il corpo con tinture azzurre. Furono anche responsabili delle scorribande oltre il Vallo di Adriano, che costrinsero prima i romani e poi i sassoni della Northumbria a svolgere delle vere e proprie campagne contro di loro.