La Pubertà durante l’Era Glaciale: Uno Sguardo ai Giovani del Passato

Analisi paleoantropologica svela segreti dell'adolescenza 25.000 anni fa

Per la prima volta, gli scienziati hanno esaminato come gli adolescenti abbiano vissuto la pubertà durante l’era glaciale. La maggior parte dei giovani sembrava iniziare la pubertà intorno ai 13,5 anni, completandola tra i 17 e i 22 anni, risultando simili agli adolescenti odierni. I paleoantropologi hanno analizzato le ossa di 13 giovani umani vissuti circa 25.000 anni fa nell’Europa paleolitica. Attraverso varie tecniche, hanno individuato segni dei cambiamenti fisici durante l’adolescenza.

“Esaminando specifiche parti dello scheletro, siamo riusciti a dedurre eventi come la mestruazione e la rottura della voce”, ha affermato April Nowell, ricercatrice presso l’Università di Victoria in Canada. “Nonostante la distanza temporale, è importante ricordare che tutti noi abbiamo vissuto la pubertà, seppur in modi diversi. Queste ricerche ci permettono di umanizzare questi adolescenti in modo che lo studio degli attrezzi di pietra da solo non potrebbe fare”, ha aggiunto Nowell.

Tutti i soggetti sono deceduti tra la fine dell’infanzia e l’adolescenza, tra i 10 e i 20 anni, una situazione non insolita durante l’era glaciale. Il 20-26 percento dei bambini cacciatori-raccoglitori moriva prima del primo anno di vita, mentre il 43-49 percento non raggiungeva i 15 anni. Nonostante la giovane età alla morte, sembrano aver condotto vite relativamente sane.

Uno dei reperti più interessanti è stato il scheletro di Romito 2, un giovane maschio di 16 anni alto circa 1-1,30 metri. Gli studiosi ritengono che rappresenti il caso più antico di nanismo condroplastico conosciuto, offrendo un’insight unico sulla vita delle persone affette da nanismo nell’era glaciale. Pur avendo le caratteristiche fisiche di un adulto, come la voce profonda e la capacità di procreare, poteva apparire giovane con una leggera peluria sul viso, senza la possibilità di sviluppare una barba completa.

Dott.ssa Mary Lewis dell'Università di Reading (Regno Unito) ispeziona i resti scheletrici di Romito 2 trovati nel sud Italia.
Dott.ssa Mary Lewis dell’Università di Reading ispeziona i resti scheletrici di Romito 2, trovati nel sud Italia.
Università di Reading

L’aspetto di Romito 2 sarebbe stato probabilmente più simile a quello di un bambino che a quello di un adulto, con possibili implicazioni sulla sua percezione all’interno della comunità, come indicato dagli autori dello studio. In modo interessante, è stato sepolto tra le braccia di una donna più anziana, presumibilmente sua madre. Questa sepoltura insolita solleva interrogativi sulla percezione sociale di Romito 2. Sebbene non sia possibile conoscere il motivo di tale sepoltura, potrebbe suggerire un gesto protettivo o affettuoso, indicando che, nonostante le sue caratteristiche fisiche, potrebbe essere stato considerato più ‘bambino’ che ‘adulto’ al momento della morte, come sottolineano gli autori dello studio.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Journal of Human Evolution.

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