Nel novembre 2023, un gruppo di ricercatori dell’Università di Malta, dell’Università Roma Tre e dei laboratori dell’INGV ha scoperto un vasto lago sotterraneo sotto i monti Iblei, nel sud della Sicilia. Questa riserva d’acqua, stimata in 17 milioni di metri cubi, rappresenta una potenziale risorsa per la regione, notoriamente afflitta da siccità cronica.
Tuttavia, l’accesso all’acqua si rivela estremamente difficile a causa della profondità elevata, tra 800 e 2.500 metri, che rende qualsiasi tentativo di estrazione complesso e costoso. Inoltre, la qualità dell’acqua è ancora incerta: potrebbe essere potabile o richiedere trattamenti di desalinizzazione per poter essere utilizzata.
La scoperta è avvenuta durante esplorazioni petrolifere nella zona tra Licodia e Vittoria. Nonostante l’entusiasmo iniziale, alcuni esperti sollevano dubbi sulla fattibilità e sui rischi ambientali legati all’estrazione, specialmente considerando che l’area è candidata a diventare un Parco nazionale naturale. Gli ambientalisti suggeriscono piuttosto di migliorare l’infrastruttura idrica esistente, poiché la rete di distribuzione dell’acqua in Sicilia soffre di gravi perdite: nel 2022, il 51,6% dell’acqua immessa nelle condutture è andato disperso, pari a 339,7 milioni di metri cubi, spesso finendo inutilmente nelle piscine dei grandi alberghi.
Lorenzo Lipparini, ricercatore dell’INGV, sostiene che sarebbe comunque utile verificare la qualità dell’acqua prima di escludere l’estrazione. Scavare un pozzo a 800 metri richiederebbe poco più di un mese e permetterebbe di valutare se l’acqua può essere utilizzata. Questa nuova scoperta si inserisce nel contesto delle sfide idriche della Sicilia, dove si era già ipotizzato di eliminare i pesci da alcune dighe per poter estrarre l’acqua in bacini problematici.