Il nuovo virus, che potenzialmente può causare danni cerebrali, è stato denominato “Virus delle zone umide” e appartiene alla famiglia ortonairovirus, un gruppo specifico di virus che si trasmettono con le punture di zecche. La scoperta, ha spinto i ricercatori a raccogliere 14.000 zecche per analizzarle riscontrando la presenza del virus in 5 diverse specie di zecche. Tutto ciò, ha sollevato grave preoccupazione per la possibile trasmissione all’essere umano. Il primo caso risale al 2019, quando un uomo di 61 anni che aveva visitato un parco nelle zone umide nelle Cina settentrionale, ha riportato sintomi come febbre, mal di testa e vomito, cinque giorni dopo essere stato morso da una zecca.
Da allora, il virus è stato identificato in altri 17 pazienti cinesi che avevano sviluppato gli stessi sintomi dopo la puntura delle zecche. Gli scienziati hanno inoltre rilevato tracce di virus in animali domestici e selvatici come pecore, cavalli, maiali e roditori. Gli studi condotti in laboratorio, hanno dimostrato che il virus può causare infezioni fatali, colpendo direttamente il cervello. Negli esseri umani i sintomi includono mal di testa, vertigini, febbre, nausea, artrite, mal di schiena. In alcuni casi più gravi i malati hanno manifestato danni ai tessuti e problemi nella coagulazione del sangue.
Nonostante la gravità dei sintomi, la buona notizia è che la maggior parte dei pazienti sono riusciti a superare la malattia dopo un periodo di trattamento che è durato da 4 a 15 giorni. Questo aspetto è molto incoraggiante ma le autorità sanitarie ritengono opportuno non abbassare la guardia