Per oltre otto mesi è rimasto in orbita nello spazio e nelle ultime ore ha fatto ritorno sulla Terra, ma rimane avvolto nel mistero. Si tratta di un veicolo spaziale di produzione cinese le cui esatte capacità rimangono al momento ignote. Di certo vi è il fatto che il rientro del velivolo riutilizzabile è avvenuto il 6 settembre presso il Jiuquan Satellite Launch Center che si trova in una zona della Cina nordoccidentale; è che il lancio era stato programmato in data 14 dicembre 2023, dal medesimo sito, ed utilizzando come vettore un razzo Long March 2F.
Per il veicolo si è trattata della terza missione, durata 268 giorni. Secondo quanto affermato dai media statali cinesi e dall’agenzia Xinhua la missione in questione ed in particolare il velivolo contribuiranno a rendere, i futuri viaggi spaziali a scopo pacifico, più accessibili e sostenibili. Quello che ad oggi non è chiaro sono però le operazioni che, nel corso delle tre missioni, sono state svolte.
Un particolare è stato però osservato dai tracker a terra, come sottolineato dall’astronomo del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics Jonathan McDowell: il veicolo avrebbe rilasciato un piccolo oggetto in orbita, probabilmentre un subsatellite oppure un pezzo di equipaggiamento. Si ipotizza che il veicolo possa aver effettuato operazioni di attracco e prossimità andando dunque ad avvicinarsi, per poi interagire, con l’oggetto rilasciato.