Il Mistero delle Orecchie dei Gatti: La Tasca di Henry

Scopri l'enigma dietro le pieghe auricolari felini

un gatto bianco e ginger sdraiato a terra che guarda lontano dalla fotocamera con gli occhi chiusi, un Henry's Pocket molto prominente sul suo orecchio

I gatti sono creature strane, sempre ricche di dettagli insoliti che aggiungono un tocco di allegria alla loro personalità. Dalle sacche primordiali svolazzanti alle orecchie, ai gatti pescatori che gracchiano come anatre, c’è sempre qualcosa di misterioso da scoprire su di loro. In particolare, le pieghe strane sulle orecchie dei gatti sono un enigma da svelare.

Le orecchie esterne dei gatti presentano una forma triangolare chiamata padiglione auricolare. Su questo padiglione si trova una piccola piega, nota come Tasca di Henry. Questa piega, tecnicamente chiamata tasca marginale cutanea, non è un’esclusiva felina, ma è presente anche in altre specie come cani e pipistrelli.

Ma chi era Henry e qual è il legame con le orecchie dei gatti? Il termine “Tasca di Henry” appare per la prima volta in un archivio del 1971, ma le informazioni sulla sua origine sono scarse. Secondo la dottoressa Bozena Zaleska, esperta di salute animale all’Università di Hartpury, potrebbe derivare da Joseph Henry, noto per i suoi studi sull’elettromagnetismo e le onde sonore. Tuttavia, questa ipotesi rimane speculativa.

Le teorie sull’utilità di questa tasca marginale cutanea sono varie e ancora dibattute. Alcuni ipotizzano che possa migliorare l’udito degli animali, anche se al momento mancano prove concrete a supporto di questa ipotesi. Si ritiene che la presenza di questa piega extra possa favorire il movimento dell’orecchio, consentendo ai gatti di utilizzare i loro 32 muscoli auricolari per ruotare le orecchie indipendentemente. Questa capacità è fondamentale per individuare fonti sonore e comunicare con altri gatti e anche con gli esseri umani.

Si pensa che la tasca marginale cutanea possa amplificare i suoni e facilitare la rilevazione di frequenze sia alte che basse. I gatti hanno uno degli intervalli uditivi più ampi tra i mammiferi, con la capacità di percepire onde sonore che vanno da 48Hz fino a 85kHz. Si ipotizza che questa piega possa aiutare a rilevare suoni più alti, facendo rimbalzare quelli più bassi all’interno della tasca e ritardando il loro ingresso nell’orecchio.

È possibile che la tasca marginale cutanea sia un residuo evolutivo e non abbia più una funzione specifica nelle specie moderne. Tuttavia, la sua presenza in molte specie con notevoli capacità uditive suggerisce che possa ancora svolgere un ruolo importante nell’ecosistema sonoro degli animali.

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