Stelle e linee incise nelle rocce della penisola arabica potrebbero rappresentare trappole di caccia nelle vicinanze, rendendo queste incisioni i primi diagrammi in scala della storia umana. A renderlo noto è un nuovo studio che rivela la sofisticata comprensione dello spazio da parte dell’uomo di 8.000 anni fa. Gli archeologi hanno notato per la prima volta queste strutture, note come aquiloni del deserto, circa 100 anni fa, quando la fotografia aerea iniziò a decollare insieme agli aeroplani. Gli ”aquiloni” sono vaste aree di terra delimitate da muretti di pietra, a volte con fosse all’interno localizzate vicino ai bordi. Trovati principalmente in Medio Oriente e in Asia centrale, si pensa che gli aquiloni fungessero come recinti o trappole per animali. I cacciatori ammassavano gli animali, come la gazzella, nell’aquilone attraverso un passaggio lungo e stretto, dove la selvaggina non sarebbe in grado di sfuggire alle pareti o alle fosse, rendendola più facili da uccidere. A causa delle loro enormi dimensioni – in media vicine alla metratura di due campi da calcio – gli aquiloni non possono essere visti nella loro interezza da terra. Ma l’avvento di immagini satellitari ad alta risoluzione disponibili al pubblico, come quelle di Google Earth, ha dato il via allo studio degli aquiloni del deserto nell’ultimo decennio.
Gli autori dello studio hanno effettuato calcoli matematici per confrontare i diagrammi degli aquiloni scolpiti nella roccia con la forma e le dimensioni degli aquiloni conosciuti. Il loro primo esempio è stato un monolite calcareo inciso proveniente dal sito archeologico di Jibal al-Khashabiyeh in Giordania. La pietra alta quasi 80 centimetri ha fornito una buona tela per l’uomo preistorico, che hanno scolpito lunghe linee simili ad aquiloni consentendo di spingere animali in un recinto a forma di stella, che ha otto depressioni a forma di coppa che indicano le trappole a fossa. La pietra ha diverse tecniche di intaglio, ma non si sa se siano il risultato del lavoro di una o più persone. Il secondo esempio, da Wadi az-Zilliyat in Arabia Saudita, mostra due aquiloni scolpiti in un enorme masso di arenaria alto più di 3 metri e mezzo e largo quasi e largo 2. Sebbene realizzato in uno stile diverso da quello giordano, il diagramma dell’aquilone dell’Arabia Saudita raffigura anche linee guida, un recinto a forma di stella e sei segni di coppa alle estremità delle punte. Gli aquiloni sono notoriamente difficili da datare perché sono scolpiti nelle rocce, il che significa che di solito non hanno materiale organico verificabile con la datazione al radiocarbonio. Ma sulla base di confronti con sedimenti e resti organici, il team stima che questi due siti risalgano a circa 8.000 anni fa, verso la fine del periodo neolitico in Arabia. Crassard e colleghi del progetto Globalkites quindi ha confrontato quantitativamente i diagrammi scavati nella roccia con dozzine di piani di aquiloni noti attraverso la modellazione di grafici geografici. I confronti matematici delle incisioni con gli aquiloni documentati hanno rivelato elementi di somiglianza: il diagramma della Giordania è risultato essere molto simile a un aquilone situato a 2,3 chilometri di distanza, mentre il diagramma dell’Arabia Saudita era più simile a un aquilone a 16,3 chilometri. “Le incisioni sono sorprendentemente realistiche e accurate, e sono inoltre in scala, come osservato dalla valutazione basata su grafici geometrici della somiglianza della forma“, hanno scritto gli autori nello studio. “Questi esempi di rappresentazioni di aquiloni sono quindi i più antichi piani architettonici conosciuti in scala nella storia umana“.