Il mistero durava da decenni e, grazie ad approfondite ricerche avviate grazie ai dati che la sonda spaziale Solar Orbiter dell’Agenzia spaziale europea ha raccolto in collaborazione con la Sonda Parker Solar Probe della Nasa, è stato possibile risolverlo. Si tratta di una scoperta storica, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science e riguardante la nostra stella, il Sole. É stato infatti individuato il ‘motore’ del vento solare ovvero da dove proviene quell’energia necessaria per andare a riscaldare e far accelerare il flusso di particelle costantemente cariche che fuoriesce dalla corona, ovvero dall’atmosfera solare, per fluire oltre la Terra.
Le aurore che talvolta è possibile vedere dalla Terra sono il risultato visibile della collisione del vento solare contro l’atmosfera terrestre. Ebbene il motore in questione sarebbe rappresentato dalle grandi fluttuazioni del campo magnetico del Sole stesso. Da tempo si è consapevoli del fatto che il vento solare abbia velocità variabili tanto che esiste una distinzione tra quello veloce, che viaggia a 1,8 milioni di chilometri orari e quello che viaggia ad una velocità inferiore. Quello che però non si riusciva a spiegare era perché improvvisamente il fusso accelerasse dopo essere uscito dalla corona solare. Ma anche per quale ragione il vento da un milione di gradi, espandendosi e diventando meno denso andasse progressivamente a raffreddarsi.
La ragione è legata alle onde di Alfvén oscillazioni che si verificano su larga scala nel campo magnetico del Sole. E, come spiegato dal primo autore dello studio Yeimy Rivera del Center for Astrophysics, Harvard & Smithsonian nel Massachusetts, “prima di questo lavoro, le onde di Alfvén erano state indicate come una potenziale fonte di energia, ma non avevamo prove definitive”. Le ultime rivelazioni del campo magnetico del plasma effettuate nel 2022 hanno consentito di fornire una risposta definitiva alla domanda di cui sopra.