Sfere di Dyson: la ricerca dell’energia cosmica

Rappresentazione artistica di uno sciame di Dyson con molteplici strutture geometriche che circondano una stella a distanza
Strutture come queste sono comuni nell’universo o non vale la pena lo sforzo? (Dotted Yeti/Shutterstock.com)

Il Sole, con la sua straordinaria emissione di luce, raggiunge una luminosità di quasi 400 miliardi di miliardi di megawatt, di cui la Terra riceve meno dello 0,0000001 percento. Questa energia, in teoria, potrebbe essere catturata attraverso la costruzione di una sfera di Dyson, una megastruttura che avvolgerebbe una stella per raccogliere la sua energia su milioni di chilometri di raggio.

La sfera di Dyson non sarebbe necessariamente una sfera solida, ma potrebbe consistere in un insieme di pannelli solari che raccolgono e trasferiscono l’energia ad altri centri o pianeti, formando uno sciame di Dyson. Questo concetto, inizialmente proposto nella fantascienza da Olaf Stapledon nel romanzo “Star Maker”, è stato successivamente esplorato dal fisico Freeman Dyson negli anni ’60 come una possibilità scientifica.

Una civiltà avanzata, desiderosa di sfruttare al massimo l’energia della propria stella, potrebbe considerare la costruzione di una sfera di Dyson come un passo logico. Tuttavia, nonostante le ricerche condotte finora, non sono state individuate prove concrete dell’esistenza di queste megastrutture aliene.

Le speculazioni riguardo alle sfere di Dyson si sono estese anche all’ipotesi di utilizzarle attorno a buchi neri per ottenere energia dalle condizioni estreme presenti in prossimità di tali oggetti cosmici. Tuttavia, resta aperta la questione se una civiltà abbia effettivamente bisogno di quantità così massicce di energia.

Il concetto di sfera di Dyson si inserisce nella scala di Kardashev, ideata dall’astronomo sovietico Nikolai Kardashev per valutare il livello tecnologico di una civiltà in base al suo consumo di energia. Mentre una civiltà di Tipo I ha accesso a tutta l’energia del proprio pianeta, una civiltà di Tipo II utilizzerebbe direttamente l’energia della propria stella, rendendo plausibile la costruzione di una sfera di Dyson.

Tuttavia, uno studio della NASA ha suggerito che, considerando un’estrapolazione realistica della vita sulla Terra, una sfera di Dyson non sarebbe necessaria per soddisfare il fabbisogno energetico della popolazione umana. Anche sacrificando Mercurio, il nostro pianeta consumerebbe meno della luce solare che riceve, rendendo superflua la costruzione di una megastruttura di questo tipo.

Nonostante ciò, gli astronomi continuano la ricerca di possibili strutture come le sfere di Dyson e delle emissioni di energia che potrebbero indicarne l’esistenza, come dimostra la recente ricerca a bassa frequenza di civiltà che si estendono su galassie in 2.880 galassie.