Il fenomeno non era mai stato fotografato fino a quando i satelliti di osservazione della Terra non lo hanno rilevato a sud di Java (Indonesia)
Da secoli ci sono prove scritte e verbali dell’esistenza di un fenomeno noto come il mare lattiginoso, un evento più volte avvistato e descritto dai naviganti ma mai fotografato, fino ad ora. Ad immortalarlo sono stati i satelliti di osservazione che hanno raccolto una serie di immagini del mare bioluminescente a sud di Java (Indonesia), con un’estensione di oltre 100.000 km², ed è stato confermato in seguito dai marinai da una barca che percorreva, durante la stessa notte, la stessa area. A cosa è dovuto questo fenomeno? È solo il riflesso della luna sulla superficie dell’acqua? ”Il Nautilus, navigando sulla superficie dell’acqua, si trovò in mezzo a un mare biancastro. Lo strano effetto non era dovuto ai raggi lunari, perché la Luna era appena sorta sopra l’orizzonte. Tutto il cielo, sebbene illuminato da radiazioni sideree, sembrava nero in contrasto con il candore delle acque. Consiglio non poteva credere ai suoi occhi e mi ha interrogato sulle cause del singolare fenomeno. È quello che viene indicato come mare lattiginoso di latte, ho risposto”. I mari di latte, citati anche dallo scrittore Herman Melville nella sua opera Moby Dick, sono stati avvistati da decine di marinai nel corso dei secoli, ma fino a tempi recenti esistevano solo prove scritte e verbali della loro esistenza. Un team guidato dal ricercatore Steven Miller, del Department of Atmospheric Science della Colorado State University (Stati Uniti), ha rilevato il fenomeno analizzando le immagini satellitari scattate a sud dell’isola di Java tra luglio e il settembre del 2019.
Anche se non ancora scientificamente provato, è opinione comune che il questo fenomeno sia dovuto ad un processo di comunicazione tra milioni di batteri luminescenti (Vibrio fischeri) presenti nell’acqua, un processo chiamato ‘quorum sensing‘. La scoperta che i batteri possono comunicare tra loro ha cambiato la percezione del loro comportamento: lo fanno secernendo alcune ”molecole segnale” nell’ambiente, acqua in questo caso, alcune delle quali luminescenti. Ciò consente loro di coordinarsi per eseguire azioni insieme. Esistono molti esseri viventi in grado di produrre luce, come batteri, funghi, protozoi, cnidari, celenterati, vermi (anellidi e nematodi), molluschi, cefalopodi, crostacei, insetti, echinodermi e pesci. Anche se forse l’animale bioluminescente più noto è la lucciola o lucciola, che è sempre meno abbondante in natura. Anche i coralli emettono luce, ma in questo caso si tratta di fluorescenza, ovvero la conversione della luce ultravioletta in luce visibile mediante un processo di assorbimento ed emissione di fotoni. Molti astronomi si sono interessati a questa scoperta in quanto potrebbe essere un modo possibile per trovare la vita, sia bioluminescente che biofluorescente, su altri pianeti osservando la luce emessa dai loro segnali. La ricercatrice della Cornell University di Ithaca (Stati Uniti) Lisa Kaltenegger ha esplorato in uno dei suoi studi il numero di organismi biofluorescenti che sarebbero necessari per poter osservare la loro luce dalla Terra utilizzando la prossima generazione di telescopi giganti come l’Extremely Large Telescope (Cerro Armazones, Cile), che dovrebbe entrare in funzione nel 2027.