I germi più pericolosi possono vivere nel posto più pulito della casa

Secondo un nuovo studio, i comuni lavandini domestici pullulano di microrganismi patogeni.

I lavandini sono un terreno fertile per microbi pericolosi che possono causare infezioni gravi, anche mortali. A suggerirlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment. Il motivo per cui le lavanderie non sono sicure è il biofilm che si forma soprattutto vicino ai fori di scarico e attorno ai rubinetti, che può contenere un’ampia gamma di agenti patogeni. Pertanto, i ricercatori della Flinders University in Australia hanno raccolto 40 campioni di questo tipo in 11 lavandini domestici e nove negli ospedali.

Un pericolo imprevisto


Dopo aver analizzato i campioni, gli scienziati hanno trovato organismi che possono causare tutta una serie di malattie spiacevoli e pericolose, come polmonite, legionellosi e infezioni delle ferite. “In entrambi gli ambienti abbiamo trovato un’elevata abbondanza di germi patogeni e corrosivi, compresi alcuni che normalmente non vengono trasportati nell’acqua“, ha affermato Claire Hayward, autrice principale dello studio. In particolare, la composizione microbica dei biofilm era più diversificata nelle case normali rispetto agli ospedali, cosa che gli scienziati hanno attribuito alla pulizia più frequente e abituale nelle strutture sanitarie. Hanno inoltre osservato che la crescita batterica potrebbe essere pericolosa per i pazienti che ricevono cure mediche a casa. “Questa ricerca dimostra che i lavandini per il lavaggio delle mani potrebbero svolgere un ruolo importante e sottovalutato nelle infezioni associate all’assistenza sanitaria”, ha affermato la professoressa associata Harriet Whiley, della Facoltà di Scienze e Ingegneria e del Centro di formazione ARC per la ricerca e l’innovazione nei biofilm. Sulla base dei risultati, i ricercatori hanno esortato le persone a pulire regolarmente in profondità i loro lavandini.

Angelo Petrone

Angelo Petrone

Giornalista pubblicista, digital strategy, advertising, social media marketing, appassionato di arte, cultura e viaggi. Ho collaborato con diversi quotidiani di informazione locale e testate online. Scrivo su Scienze Notizie dal 2015.