Un nuovo studio pubblicato da Abel Méndez, astrobiologo dell’Università di Porto Rico, suggerisce una nuova spiegazione per un segnale misterioso identificato nel 1977, che continua ad incuriosire gli astronomi. Abel e i suoi colleghi hanno proposto che l’emissione non sia stata prodotta da una civiltà aliena che cercava di comunicare, ma piuttosto dalle interazioni tra una nuvola di idrogeno e una stella di neutroni. Tutto accadde negli anni ’70, quando l’astronomo Jerry Ehman stava analizzando le stampe dei dati del Big Ear Telescope trovando qualcosa di strano. Lo strumento aveva individuato un’emissione radio estremamente potente della durata di 72 secondi, sorprendendo così tanto Ehman che scrisse “Wow!” vicino alla marcatura. Da allora, quei dati sono stati conosciuti come il segnale “Wow!”. La cosa più curiosa è che non è mai stato rilevato nulla di simile: gli astronomi hanno fatto osservazioni al massimo simili al segnale originale, ma che erano da 60 a 100 volte più deboli. Méndez ha analizzato attentamente i dati raccolti dall’Osservatorio di Arecibo tra il 2017 e il 2020 e ha trovato quattro segnali curiosi che si avvicinavano a una piccola stella nana rossa.
Il team ha descritto tali segnali come rilevamenti “facilmente identificabili come nubi interstellari di idrogeno freddo nella galassia”. Questo è importante perché, all’epoca, Big Ear stava cercando segnali vicino ai 1420 MHz della linea di emissione dell’idrogeno – e, secondo gli autori, il team scoprì segnali simili, ma più deboli di, Wow! originale. La nana rossa non dovrebbe produrre i segnali osservati, ma oggetti come le magnetar sì. Si tratta di un sottotipo di stelle di neutroni (il nucleo collassato di una stella massiccia) con potenti campi magnetici e una volta erano considerati una possibile spiegazione per Wow!. Questo scenario è stato escluso più volte, ma il team di Mendéz propone che il meccanismo dietro il segnale potrebbe essere una potente emissione di radiazioni che passa attraverso una nuvola di idrogeno freddo. Il processo farebbe sì che il gas produca un potente impulso di radiazione a quasi 1420 MHz generando un’onda laser naturale, o maser, portando ad una concentrazione di luce nella linea dell’idrogeno simile a Wow!. È qui che entrano in gioco le magnetar: potrebbero illuminare brevemente una nuvola di idrogeno. Se un impulso di radiazione da essi passasse attraverso la nuvola, l’idrogeno verrebbe stimolato e genererebbe l’emissione. La spiegazione può sembrare frustrante per coloro che si aspettavano qualche relazione con gli esseri extraterrestri, se esistono, ma è piuttosto interessante per gli astronomi. Se confermato, questo scenario potrebbe aiutare gli scienziati a indagare sui futuri segnali misteriosi e anche a comprendere le nubi di idrogeno e i processi che le stimolano.
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