La continua ricerca di forme di vita nello spazio ha spinto gli scienziati ad analizzare le aree più inaspettate del nostro Sistema Solare, e una recente scoperta su Mercurio conferma che anche i pianeti apparentemente ostili potrebbero riservare sorprese. Un team di astrobiologi del Planetary Institute in Arizona ha individuato ghiacciai di sale nelle zone polari del pianeta, una scoperta che potrebbe riscrivere i libri sull’astrobiologia. La ricerca indica che nelle profondità della superficie calda di Mercurio, potrebbero essere presenti condizioni favorevoli alla vita. Il pianeta più vicino al Sole, conosciuto per le sue temperature torride, potrebbe essere più che un semplice deserto di roccia. La scoperta di ghiacciai di sale ai poli ha riacceso la speranza nella ricerca di ambienti extraterrestri che potrebbero ospitare forme di vita. Questi ghiacciai, simili a quelli scoperti su Plutone, suggeriscono che queste condizioni possano replicarsi nell’intero Sistema Solare, dagli angoli più freddi a quelli più caldi. Sul nostro pianeta il sale è in grado di produrre nicchie abitabili anche nelle aree più inospitali, come il deserto cileno di Atacama. E a quanto pare questo principio potrebbe valore anche per il pianeta più vicino al Sole, dove i depositi di sale indicano che il suo interno potrebbe garantire condizioni più favorevoli alla vita rispetto alla superficie infuocata.
Per gli esperti questi depositi salini potrebbero essere il risultato di una passata attività vulcanica, che ha portato l’acqua sulla superficie. Evaporando o infiltrandosi nel suolo, l’acqua ha lasciato gli strati di sale e minerali argillosi. La teoria indica che, in un lontano passato, il piccolo pianeta potrebbe aver ospitato condizioni molto differenti, con acqua allo stato liquido o vapore supercritico. In ogni caso la presenza dei depositi salini apre la possibilità astrobiologiche. Quest’ultima scoperta conferma, ancora una volta, l’importanza di andare oltre alle apparenze nel nostro sistema solare. Questi nuovi dati potrebbero guidare future missioni spaziali, mirate all’esplorazione di ghiacciai di sale e ciò che si trova al di sotto della superficie di Mercurio.