Un cacciatore di fossili amatoriale scopre una zanna di mammut lungo il fiume Mississippi, rivelando il primo ritrovamento di questo genere nella regione.
All’inizio di questo mese, Eddie Templeton, un appassionato cacciatore di fossili, durante un’esplorazione nella remota contea di Madison, ha fatto una scoperta significativa vicino al fiume Mississippi, trovando una zanna di mammut parzialmente immersa nell’acqua. Sorpreso dalla scoperta, Templeton ha immediatamente contattato il Mississippi Geological Survey per ricevere assistenza nell’estrazione del fossile, ignaro del fatto che avesse appena scoperto il primo mammut mai rinvenuto nella regione. Questi animali vissero in Nord America durante il picco dell’era glaciale, fino a 11.700 anni fa. A differenza dei mastodonti, altri enormi proboscidati di quell’epoca preistorica, erano un po’ più rari e, secondo i paleontologi, si avventuravano meno verso sud. Le prime stime indicano che la zanna apparteneva a un esemplare adulto della specie Mammuthus columbi, che superava i 2 metri di altezza al garrese. La zanna misura 2 metri di lunghezza e pesa 270 kg.
“Quando ho scoperto che si trattava di un mammut e non di un mastodonte, mi sono emozionato ancora di più. Non avevo mai trovato un fossile di mammut nella mia zona, anche se l’ho sempre sperato,” ha raccontato Templeton a un giornale locale, il The Clarion-Ledger. Secondo gli esperti, all’epoca della morte dell’animale, il Mississippi era già un fiume molto rilevante negli Stati Uniti, supportando numerosi ecosistemi. Si ipotizza che il mammut sia morto a seguito di un incidente avvenuto vicino al fiume. Potrebbe essersi impantanato, morendo infine sepolto sotto i sedimenti del fiume. Solo ulteriori indagini potranno chiarire le cause della sua morte. Recentemente, un’azienda ha annunciato l’intenzione di riportare in vita i mammut attraverso l’ingegneria genetica, ma questa proposta ha suscitato critiche da parte di molti zoologi. Oggi, un mammut avrebbe difficoltà a inserirsi negli ecosistemi moderni e le risorse potrebbero essere meglio utilizzate per proteggere gli elefanti africani e asiatici. Gli scienziati hanno quindi persuaso l’azienda a contribuire a missioni di conservazione prima di destinare fondi al tentativo di far rivivere una specie già estinta.