Gli studiosi si sono concentrati sugli effetti di un ambiente rumoroso sulla capacità di lettura e comprensione di un testo. Parallelamente hanno studiato le conseguenze, sulla velocità di lettura, di un testo ricco di imperfezioni ed errori evidenti.
In un nuovo studio pubblicato su Plos One, un team di ricercatori si è concentrato su ciò che accade al cervello quando una persona prova a leggere in un luogo rumoroso. In pratica, per gli esperti, le distrazioni come le conversazioni o il rumore del traffico diminuiscono la velocità di lettura, ma non influenzano il modo in cui il cervello comprende il testo scritto. Il team di esperti ha analizzato gli effetti del rumore uditivo e delle distrazioni visive, come errori di battitura o scarsa formattazione. Con questo, i ricercatori hanno scoperto che leggere parole scritte in maniera confusa aumenta la velocità di lettura, forse perché il processo diventa più irritante e nel lettore sorge il desiderio di terminare rapidamente il compito. I ricercatori hanno eseguito due esperimenti: uno con rumore uditivo (71 partecipanti) e un altro con ”rumore visivo” (70 partecipanti) cioè con testi ricchi di imperfezioni. I dispositivi di tracciamento oculare sono stati utilizzati per studiare la fluidità della lettura.
Durante l’esperimento sul rumore uditivo, le conversazioni sovrapposte hanno indotto le persone a trascorrere più tempo a soffermarsi sui punti principali delle frasi prima di completare la lettura. Questo tempo extra può compensare il rumore, il che significa che la comprensione della frase non ne risente. Nel test del rumore visivo, la comprensione è rimasta la stessa, ma la velocità di lettura è aumentata. Una delle teorie sull’elaborazione del linguaggio esaminate era il modello del canale rumoroso, che indica che il nostro cervello affronta il rumore guardando più al significato delle singole parole e meno alle intere frasi. La seconda teoria è che il cervello, in simili condizioni, non stia analizzando ogni dettaglio di un testo, ma solo raccogliendo parole sufficienti per una comprensione minima, preservando così alcune risorse cognitive per affrontare il rumore.