In Siberia, montagne o colline di ghiaccio crescono a causa dell’accumulo di gas e dell’aumento della pressione, a volte terminando con eruzioni che lasciano enormi e misteriosi crateri. I meccanismi alla base di questo processo non sono conosciuti nel dettaglio, ma negli ultimi anni sono stati attentamente studiati dagli scienziati. Il fenomeno avviene nella zona del permafrost , cioè dove è presente ghiaccio permanente a causa delle basse temperature. L’Accademia russa delle Scienze ha studiato i sistemi di cumuli di ghiaccio chiusi e aperti, scoprendo come ciascuno di essi contribuisce alla formazione dei crateri. Nei sistemi aperti, l’acqua e i gas si accumulano sotto il ghiaccio, si muovono e fuoriescono in superficie attraverso crepe e fessure. In quelli chiusi, invece, le sostanze finiscono intrappolate in sacche e col tempo si gonfiano, esercitando pressione sul permafrost.
I movimenti del gas naturale, secondo una ricerca di gennaio pubblicata sulla rivista scientifica EarthArXiv recentemente sottoposta a revisione paritaria, lo fanno viaggiare attraverso il substrato roccioso e contribuiscono allo scioglimento del ghiaccio, che può consentire l’ingresso di più gas e causare il “rigonfiamento” del terreno. I gas sono per lo più metano termogenico, probabilmente un sottoprodotto del riscaldamento della materia organica. Nel sistema chiuso, i gas e l’acqua provengono dal substrato roccioso e salgono nella sacca interna del permafrost, circondati da rocce ghiacciate su tutti i lati. Vale la pena sottolineare che i sistemi aperti possono diventare chiusi con l’evoluzione del permafrost. Le montagne ghiacciate alla fine possono rompersi e formare crateri, come Yamal, larghi 20 metri e profondi 50 metri. L’evento, tuttavia, è meglio chiamato “eruzione” piuttosto che “esplosione”, secondo gli scienziati, poiché per esplodere avrebbe bisogno di una fonte di accensione, come calore estremo o elettricità. A temperature inferiori allo zero, è estremamente difficile innescare un’esplosione in modo naturale. Nei sistemi chiusi, tuttavia, è probabile che la pressione aumenti abbastanza da creare eruzioni. La ricerca rivela che, in entrambi i sistemi, le possibilità di un’eruzione aumentano con il riscaldamento globale, lo scioglimento del permafrost e il ghiaccio superficiale che diventa più sottile e debole. Di conseguenza, è necessaria meno pressione per rompere il ghiaccio e provocare eruzioni: nelle peninsulari siberiane di Yamal e Gydan, la popolazione è a rischio a causa del fenomeno, che minaccia anche i gasdotti e altre infrastrutture. Poiché lo strato di permafrost funge anche da “coperchio” per il gas sotterraneo, la sua estinzione potrebbe significare un grande aumento del metano rilasciato nell’atmosfera , generando ulteriore riscaldamento globale e creando un circolo vizioso.