I primi astronauti diretti su Marte si troveranno ad affrontare sfide senza precedenti, spingendosi più lontano di qualsiasi essere umano prima di loro. In caso di problemi medici durante il viaggio, come una malattia renale cosmica o un’infezione batterica, saranno praticamente soli ad affrontarli.
Un ulteriore ostacolo è emerso da uno studio recente: i farmaci portati con sé durante la missione scadranno prima del ritorno sulla Terra. Mentre sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) gli astronauti hanno accesso a una varietà di farmaci rifornibili, un viaggio su Marte richiederà circa nove mesi per andata e ritorno, con ulteriori tre mesi di permanenza sul Pianeta Rosso in attesa delle condizioni favorevoli per il ritorno. Senza possibilità di nuovi rifornimenti per un totale di 21 mesi.
La NASA non divulga pubblicamente l’elenco dei farmaci utilizzati sull’ISS, ma un gruppo di ricercatori dell’Università di Duke ha ottenuto l’elenco tramite una richiesta del Freedom of Information Act, presumendo che una missione su Marte avrebbe un inventario simile. Hanno valutato la durata prevista di ciascun farmaco nella sua confezione originale, ma ci sono incertezze poiché i farmaci inviati all’ISS vengono ripacchettati prima del lancio e la loro durata nello spazio è sconosciuta.
Il team ha scoperto che 14 farmaci scadranno entro 24 mesi, tra cui un lubrificante oftalmico, un farmaco vitale avanzato di supporto, un farmaco per l’anafilassi, una benzodiazepina, un farmaco antianginoso, corticosteroidi, un anestetico locale, un gel urinario topico, antibiotici, un antipsicotico, un inalatore e un farmaco per la rimozione del cerume.
Considerando stime conservative sull’efficacia basate sul tempo di conservazione minimo per ciascun farmaco, il 97,8% dei farmaci a bordo dell’ISS scade entro 36 mesi. Oltre la metà dell’inventario farmaceutico dell’ISS del 2023 sarà scaduta entro tale periodo.
I produttori garantiscono l’efficacia dei farmaci fino alla data di scadenza, ma al di là di essa potrebbero perdere efficacia. Daniel Buckland, professore assistente di medicina d’emergenza all’Università di Duke, sottolinea che le agenzie spaziali dovranno considerare il rischio associato all’uso di farmaci scaduti durante le missioni spaziali.
Il team di ricerca conclude che sarà fondamentale trovare modi per prolungare la durata dei farmaci per tutta la durata della missione, altrimenti si dovrà accettare il rischio elevato legato all’uso di farmaci scaduti. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista npj Microgravity.
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