Gli astrofisici sono costantemente impegnati nella ricerca di nuovi esopianeti, nel tentativo di comprendere non solo come si sviluppano i sistemi planetari, ma anche la possibile esistenza di mondi abitabili, con cui potremmo ipoteticamente entrare in contatto, nel caso in cui ospitassero civiltà aliene sconosciute. Negli ultimi circa 30 anni, da quando l’astronomia ha iniziato seriamente a individuare i pianeti extrasolari (grazie all’avvento di nuove tecnologie), sono stati trovati diversi pianeti che si sono rivelati dei “veri giganti“, in grado di superare Giove, il pianeta più grande del sistema solare, per dimensioni e massa. Determinare oggi quale sia il pianeta più grande dell’universo conosciuto non è comunque un compito facile, a causa dell’incompletezza dei dati o delle difficoltà nello studio dei pianeti stessi. Ci sono diversi contendenti. Tra questi c’è il pianeta PDS 70b, situato a 370 anni luce dalla Terra, i cui studi indicano che ha un raggio 2,72 volte quello di Giove e una massa superiore fino a 8 volte. A differenza di molti altri candidati, il suo status di pianeta è quasi certo, poiché gli scienziati hanno già escluso la possibilità che si tratti di una nana bruna, le stelle più piccole in assoluto.
Il principale problema che devono affrontare gli astrofisici è proprio la marcata somiglianza tra queste piccole stelle, poco luminose e massicce, e i pianeti di grandi dimensioni, che dal punto di vista delle dimensioni quasi si equivalgono a loro. HAT-P-67b è un altro pianeta che transita davanti alla sua stella. Ha un raggio 2,85 volte quello di Giove, ma la sua massa è più vicina a quella di Saturno che a quella di Giove, il che indica che possiede una densità molto bassa. Questo fatto non gli permetterà mai di diventare il pianeta più grande conosciuto. Tuttavia, dista 1.200 anni luce dalla Terra e viene utilizzato dagli astrofisici per perfezionare le tecniche di osservazione degli esopianeti molto lontani. Il candidato attuale che presenta maggiori probabilità di ottenere questo record è GQ Lupib, situato a 456 anni luce dalla Terra. Gli astrofisici hanno tentato quattro volte di stimarne il raggio, ottenendo valori molto diversi tra loro. Il valore più basso indica che ha un raggio 1,8 volte quello di Giove, mentre quello più alto suggerisce un raggio davvero enorme, da 4,6 fino a 6 volte quello di Giove. Se ciò fosse vero, GQ Lupib avrebbe 200 volte il volume di Giove e potrebbe contenere al suo interno tutti i giganti gassosi del sistema solare. Le ragioni per cui è così difficile stimare il raggio di questo pianeta sono molteplici. In primo luogo, sembra essere molto giovane e circondato da molto gas e polveri. A causa della sua età, la sua atmosfera è molto calda, raggiungendo fino a 2000 °C. Inoltre, è molto distante dalla sua stella, 3,3 volte più lontano di Nettuno rispetto al Sole. Questo ci impedisce di misurarne correttamente la massa, attraverso i classici effetti gravitazionali che ci permettono di scoprire i pianeti attorno alle stelle.