La sonda della NASA rivela dettagli sulla composizione dei mari su Titano, luna di Saturno

La navicella spaziale Cassini della NASA ha identificato nuovi dettagli sui mari di idrocarburi liquidi su Titano, una delle lune più grandi del Sistema Solare. Anche se la sonda ha concluso la sua missione nel 2017, quando ha effettuato un’immersione fatale nell’atmosfera di Saturno, gli scienziati continuano a studiare i dati raccolti. Titano misura 5.150 km di diametro, il che lo rende la seconda luna più grande del Sistema Solare dopo Ganimede, la luna di Giove. Titano e la Terra, inoltre, sono gli unici mondi nelle nostre vicinanze in cui i liquidi precipitano dalle nuvole, fluiscono nei mari e nei laghi ed evaporano nuovamente nel cielo. Ma i mari di Titano non sono fatti di acqua, bensì di azoto, metano ed etano. In un nuovo studio, lo scienziato planetario della Cornell University Valerio Poggiali e i suoi colleghi hanno analizzato Kraken Mare, Ligeia Mare e Punga Mare, tre mari vicino al polo nord della Luna. “Mari e laghi di idrocarburi liquidi segnano la superficie nelle regioni polari, soprattutto nella regione settentrionale di Titano. Canali alimentati dalle precipitazioni sfociano in questi mari, creando estuari e, in alcuni casi, delta [dei fiumi]”, ha spiegato Poggiali. Nell’ambito dello studio è stato scoperto che la proporzione di metano ed etano in essi varia a seconda della latitudine. Inoltre, gli autori hanno documentato anche l’estensione e la distribuzione delle increspature sulla superficie dei mari, che sembrano indicare la presenza di fiumi in quella zona.

I dati Cassini sembrano indicare che i fiumi trasportano metano liquido puro. Il composto poi si mescola con gli oceani ricchi di etano. Il processo è simile a quello che avviene sulla Terra, con i fiumi che si mescolano con l’acqua salata degli oceani. “Le molecole organiche pesanti prodotte nell’atmosfera di Titano sono naturalmente prebiotiche?” si è chiesto Poggiali, riferendosi ai processi che possono portare alla formazione della vita. “Tutto il materiale organico è mai entrato in contatto con l’acqua liquida? Crediamo che interazioni simili possano aver portato all’origine della vita sul nostro pianeta, con la formazione di molecole in grado di produrre energia o immagazzinare informazioni”, ha suggerito.

Fonte:

https://www.reuters.com/science/radar-study-puts-spotlight-saturn-moon-titans-hydrocarbon-seas-2024-07-16