La scoperta potrebbe essere di vitale importanza per la costruzione dei prossimi insediamenti umani
Nel 1594, lo scrittore britannico John Heywood, noto per le sue poesie e opere teatrali, lasciò in un suo famoso libro la prima ipotesi, in parte sopravvissuta fino ai giorni nostri: la Luna è fatta di formaggio, in particolare di formaggio svizzero, per il numero di “buchi” che ha sulla superficie. L’idea ebbe subito un notevole impatto e si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo, prima presso la corte inglese e poi nel resto del mondo. Ancora oggi non è difficile vedere illustrazioni in cui la Luna è rappresentata come un formaggio bucherellato. Naturalmente oggi sappiamo tutti che il nostro satellite naturale non è fatto di formaggio, ma la questione dei “buchi” è un’altra storia, e da più di mezzo secolo gli scienziati dibattono molto seriamente su una questione che potrebbe essere di vitale importanza per prossimi insediamenti umani: esiste tutta una rete di condotti sotterranei sotto la superficie lunare, lunghe caverne lunghe anche chilometri, che potrebbero servire da rifugio per futuri coloni?
Il primo tunnel sulla Luna
Ora, un team internazionale di ricercatori, guidato da scienziati dell’Università italiana di Trento, ha pubblicato su ‘Nature Astronomy’ uno studio in cui annuncia una storica scoperta lunare: la dimostrazione, per la prima volta, dell’esistenza di un tunnel nel sottosuolo lunare. Uno che sembra essere un antico tubo lavico, ora completamente vuoto. “Queste grotte sono state teorizzate da più di 50 anni”, afferma Lorenzo Buzzone, autore principale dell’articolo, “ma questa è la prima volta che ne viene dimostrata l’esistenza“. La storia per arrivare a questa scoperta è lunga, e inizia nel 2010, quando gli strumenti della missione Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) catturarono per la prima volta un misterioso ‘pozzo’ nel Mare della Tranquillità. Quanto lontano potrebbe arrivare quel buco? Sembrava il crollo di parte del tetto di una struttura sotterranea molto più grande, un tunnel forse creato da un antico fiume di lava, ma non c’era modo di esserne sicuri. Potrebbe anche darsi che il buco finisse semplicemente qualche metro più in basso.
Nuova analisi dei dati
“Ora, anni dopo“, spiega Buzzone, “abbiamo rianalizzato questi dati con complesse tecniche di elaborazione del segnale recentemente sviluppate da noi, e abbiamo scoperto riflessioni radar nell’area del pozzo che sono meglio spiegate da un condotto sotterraneo”. “Questa scoperta fornisce la prima prova diretta di un tubo di lava accessibile sotto la superficie della Luna.” ”Grazie all’analisi dei dati – aggiunge il coautore Leonardo Carrer – siamo riusciti a creare un modello di una parte del condotto. “La spiegazione più probabile per le nostre osservazioni è un tubo di lava vuoto.” La scoperta, ovviamente, oltre ad essere di grande importanza scientifica, ha implicazioni per lo sviluppo delle prossime missioni sulla Luna, dove l’ambiente è tremendamente ostile alla vita umana, con temperature che oscillano tra i 127 gradi sul lato illuminato dal Sole e -173 sul lato opposto. Per non parlare delle radiazioni solari e cosmiche, che sulla superficie lunare sono fino a 150 volte più potenti di quelle che riceviamo sulla Terra. E se ciò non bastasse, l’assenza di atmosfera implica anche una costante minaccia di impatto da parte di piccoli meteoriti che sulla Terra si sarebbero trasformati in polvere molto prima di colpire il suolo. Per questo motivo, una delle sfide più grandi poste dal nostro ritorno sulla Luna è quella di avere luoghi sicuri, costruendo autentici bunker in superficie o, se possibile, sfruttando grotte e tubi sotterranei come quello recentemente scoperto dai ricercatori.