Un nuovo studio ha rivelato che fino al 60 percento degli oggetti vicini alla Terra potrebbero essere comete oscure, una particolare categoria di oggetti che presentano caratteristiche sia di asteroidi che di comete.
Le comete, resti della formazione del Sistema Solare, sono composte da polvere, ghiaccio e roccia, con dimensioni che variano da 1 a 10 chilometri di diametro. Orbitano intorno al Sole su orbite lunghe e sono riconoscibili grazie alle loro code che possono estendersi per decine di milioni di chilometri.
Quando le comete si avvicinano al Sole, emettono gas e perdono materiale, creando la loro caratteristica scia o coma. Questa emissione di gas agisce come un propulsore, modificando leggermente la traiettoria, la rotazione e la velocità della cometa, fenomeno noto come accelerazione non gravitazionale.
Gli asteroidi, invece, sono resti rocciosi e metallici dei primi giorni del Sistema Solare, privi del ghiaccio e delle scie delle comete. Possono variare in dimensioni da 530 chilometri a meno di 10 metri e sono solitamente presenti su orbite più brevi.
Tuttavia, la distinzione tra asteroidi e comete non è sempre netta. Ad esempio, l’oggetto interstellare Oumuamua ha mostrato segni di accelerazione non gravitazionale senza una coma associata, mentre la Cometa Tsuchinshan-ATLAS ha mostrato comportamenti inattesi nel suo avvicinamento al Sole.
Il recente studio ha analizzato sette oggetti conosciuti come comete oscure, che mostrano accelerazioni non gravitazionali inconsuete, senza l’assistenza di fattori come la pressione radiativa del Sole o l’effetto Yarkovsky.
Le comete oscure, che orbitano vicino alla Terra, non presentano comae rilevabili e mostrano accelerazioni non gravitazionali che non possono essere spiegate da altri fattori, come hanno evidenziato i ricercatori.
Oltre alle loro particolari accelerazioni e all’assenza di comae, le comete oscure si distinguono per le loro dimensioni ridotte, la rapida rotazione e le accelerazioni non radiali.
Il team di ricerca ha ipotizzato che le comete oscure siano il risultato dell’evoluzione di rocce provenienti da oggetti più piccoli, influenzate dagli effetti gravitazionali. Durante questo processo, gli oggetti progenitori subiscono accelerazioni non gravitazionali significative che portano alla frammentazione rotazionale.
Esaminando le orbite degli oggetti con accelerazioni non gravitazionali, il team ha suggerito che potrebbero provenire dalla fascia interna della cintura degli asteroidi, offrendo nuove prospettive sulla presenza di acqua sulla Terra.
Secondo Aster Taylor, studentessa laureata in astronomia presso l’Università del Michigan e autrice principale dello studio, la presenza di comete oscure potrebbe indicare la presenza di ghiaccio nella cintura degli asteroidi interna, aprendo nuove domande sulla composizione del Sistema Solare.
Il team ha stimato che tra lo 0,5 e il 60 percento degli oggetti vicini alla Terra potrebbero essere comete oscure, suggerendo che questi oggetti potrebbero frammentarsi ulteriormente nel tempo.
Queste scoperte offrono nuove prospettive sulle origini degli oggetti vicini alla Terra e sulle dinamiche del Sistema Solare, aprendo la strada a ulteriori ricerche per comprendere appieno questi fenomeni.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Icarus.
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