Un recente studio condotto dall’American Cancer Society ha rivelato che circa il 50% dei casi di cancro e dei decessi per tumori maligni è legato a fattori di rischio che possono essere modificati. Modificando il proprio stile di vita, è possibile ridurre significativamente il rischio di sviluppare vari tipi di neoplasie. Scopri quali sono questi fattori e cosa consigliano gli esperti.
Quasi la metà delle nuove diagnosi di neoplasie e circa metà dei decessi causati da neoplasie maligne in adulti sono collegati a fattori di pericolo modificabili, cioè all’approccio di vita degli individui. Gli autori di una nuova ricerca hanno identificato alcuni di questi fattori particolarmente influenti: tabagismo attivo e esposizione al fumo passivo; eccessivo peso corporeo (obesità); consumo di bevande alcoliche; mancanza di attività fisica; dieta di bassa qualità, con consumi elevati di carne rossa e lavorata, e ridotto consumo di frutta, verdura, fibre e cibi ricchi di calcio; e infezioni cancerogene (come HPV, virus di Epstein-Barr, virus dell’epatite B e C e altri). Anche l’esposizione ai raggi ultravioletti è stata individuata come un significativo fattore di rischio per il melanoma, il più diffuso e aggressivo tipo di tumore della pelle. In generale, gli studiosi hanno concentrato la loro attenzione su trenta tipi di cancro e hanno concluso che più della metà dei nuovi casi di diciannove di essi era associata allo stile di vita. In altre parole, sebbene spesso una diagnosi di neoplasia possa derivare da cause sconosciute (e quindi essere attribuita alla casualità), o sia connessa a fattori ambientali o a specifiche condizioni genetiche, come ha spiegato il professor Arif Kamal dell’American Cancer Society a CNN, i fattori di rischio modificabili “spiegano una percentuale significativamente maggiore di casi e decessi rispetto a qualsiasi altro noto fattore”. È quindi possibile intervenire sui nostri comportamenti per ridurre in modo sostanziale il rischio di malattia.
A condurre lo studio è stato un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati statunitensi della sezione Surveillance and Health Equity Science dell’American Cancer Society (ACS), in stretta collaborazione con i colleghi del Cancer Surveillance Branch dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) e altri istituti. I ricercatori, sotto la guida del professor Farhad Islami, hanno tratto le loro conclusioni dall’analisi dei dati del 2019 riguardanti l’incidenza dei tumori e il rischio relativo negli adulti statunitensi di età pari o superiore ai 30 anni. L’indagine statistica ha rivelato che il 40% delle diagnosi di tumori maligni analizzati (oltre 700.000 su quasi 1.8 milioni) era associato ai suddetti fattori di rischio modificabili, così come circa metà dei decessi. Alcuni dei fattori identificati da Islami e colleghi hanno mostrato un impatto più significativo rispetto ad altri. Per esempio, il tabagismo è risultato essere il contributore più rilevante, associato al 20% delle diagnosi e a circa il 30% dei decessi. Seguivano il sovrappeso, con il 7,6% delle diagnosi e il 7,3% dei decessi, e il consumo di alcol, associato rispettivamente al 5,4% e al 4,1% dei casi e dei decessi. L’esposizione ai raggi ultravioletti è stata associata al 4,6% delle diagnosi, mentre l’assenza di esercizio fisico al 3,1%. Per quanto riguarda i singoli tipi di tumori, i fattori di rischio modificabili hanno avuto un impatto variabile dal 100% al 5% circa, a seconda del tipo di neoplasia. Ad esempio, l’infezione da HPV è strettamente correlata al cancro cervicale, che può essere praticamente del tutto prevenuto grazie all’altamente efficace vaccino (che sta portando all’eradicazione della malattia in alcuni paesi). I fattori di rischio modificabili erano anche associati all’80% dei melanomi, all’88% dei tumori polmonari, al 90% dei tumori della laringe, al 95% dei tumori anali e all’85% dei tumori della trachea e dell’esofago. “Questi risultati dimostrano la necessità continua di migliorare l’accesso equo all’assistenza sanitaria preventiva e di promuovere la consapevolezza sulle misure preventive. Esistono vaccini efficaci contro il virus dell’epatite B, che causa il cancro al fegato, e contro l’HPV, responsabile di diversi tipi di tumore, tra cui il cancro cervicale, altre neoplasie anogenitali e orofaringee”, ha spiegato in una dichiarazione stampa il co-autore dello studio Ahmedin Jemal, dirigente dell’ACS. “La vaccinazione raccomandata può ridurre significativamente il rischio di infezioni croniche e, di conseguenza, di tumori associati a questi virus“, ha concluso il dottor Jemal. “Interventi per mantenere un peso corporeo e una dieta sana possono altresì ridurre in modo significativo il numero di casi e decessi da cancro nel paese, specialmente data la crescente incidenza di vari tipi di tumore associati al sovrappeso, soprattutto tra i giovani“, ha aggiunto il professor Islami. I dettagli della ricerca “Proporzione e numero di casi e decessi per tumori attribuibili a fattori di rischio potenzialmente modificabili negli Stati Uniti, 2019” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica CA: A Cancer Journal for Clinicians.