La presenza dei crateri potrebbe favorire lo sviluppo, in determinate condizioni, di forme di vita micro biotica.
Nonostante le dimensioni sconfinate dello spazio, può accadere che oggetti di dimensioni diverse impattino tra loro. Ciò accade a causa della forza di gravità. Così i pianeti vengono spesso colpiti dagli asteroidi con effetti sconvolgenti sulle superfici. Ma in alcuni casi la caduta di un oggetto spaziale su un pianeta rappresenta un bene essenziale per la formazione di forme di vita. A rivelarlo è una ricerca che ha spiegato come gli impatti cosmici possono rendere sia pianeti e che le lune più porosi di quanto si pensasse in precedenza, accrescendo la loro capacità di ospitare forme di vita. In pratica, secondo gli esperti, le crepe e i pori che si producono con questi impatti possono ospitare acqua allo stato liquido e favorire la proliferazione di microbi. E non è un caso se una delle ipotesi più plausibili per spiegare la nascita della vita sul nostro pianeta è proprio il ruolo svolto dagli oggetti spaziali precipitati.
Nella nuova ricerca, sono state realizzate dei test a computer ricostruendo come gli impatti dei meteoriti sono in grado di generare porosità sui pianeti e i satelliti colpiti. Gli esperti hanno scoperto che gli impatti giganti sono in grado di influenzare la conformazione della superficie anche a distanze elevate dal punto di impatto. “Le simulazioni effettuate ricostruendo la gravità superficiale di Marte e della Terra suggeriscono che gli impatti di formazione di crateri possono rappresentare una fonte primaria di porosità e frattura delle antiche croste“, hanno spiegato nella nuova ricerca pubblicata su Nature Communications. Individuando le aree nelle quali i pianeti e lune si sono fratturati, gli esperti potrebbero individuare meglio l’area dove cercare la vita”.