Una scoperta sorprendente sulla Grande Macchia Rossa di Giove

Per secoli si è credito che la Grande Macchia Permanente osservata da Cassini fosse l’attuale Grande Macchia Rossa di Giove, ma nuovi studio hanno smentito questa teoria.

Nel 1665 l’astronomo italiano Giovanni Cassini individuò una gigantesca macchia scura su Giove, che battezzò “macchia permanente”. Sebbene gli astronomi abbiano perso le tracce della macchia per interi secoli, abbiamo sempre creduto che l’originale “macchia permanente” potesse essere la Grande Macchia Rossa che possiamo osservare ancora oggi. Per chi non lo sapesse, si tratta di una enorme tempesta sulla superficie di Giove. A quanto pare, però, ci sbagliavamo. Dopo che la “macchia permanente” fu osservata per la prima volta nel XVII secolo, ne perdemmo le tracce. L’ultima osservazione documentata risale al 1713 e sarebbe trascorso più di un secolo prima che potessimo avvistarla nuovamente. Un nuovo studio condotto proprio sulla Grande Macchia Rossa suggerisce, infatti, che molto probabilmente si tratta di una tempesta più recente e più giovane di quanto ipotizzato in precedenza.

Dalle misurazioni delle dimensioni e dei movimenti, abbiamo dedotto che è altamente improbabile che l’attuale Grande Macchia Rossa fosse la ‘Macchia Permanente’ osservata da Cassini. La ‘macchia permanente’ probabilmente scomparve tra la metà del XVIII e il XIX secolo, nel qual caso ora possiamo affermare che la longevità della macchia rossa supera i 190 anni, dichiara Agustín Sánchez-Lavega, planetologo dell’Università dei Paesi Baschi a Bilbao, a capo della ricerca. Nello specifico, per cercare di avere un quadro più chiaro della situazione, gli studiosi hanno utilizzato i dati relativi ai cambiamenti della Grande Macchia Rossa nel corso del tempo, effettuando diverse simulazioni al computer. Ciò che sappiamo per certo della Grande Macchia Rossa è che si sta riducendo. Un’osservazione del 1879 collocava la dimensione della macchia a 39.000 chilometri lungo il suo asse maggiore, mentre ora si estende per 4.000 chilometri sul suo asse maggiore. Ora il team condurrà ulteriori simulazioni per prevedere se la Grande Macchia alla fine scomparirà o meno come la Macchia Permanente di Cassini. Chissà, forse rinascerà tra centinaia di anni.

Fonte:

https://www.livescience.com/space/jupiter/is-jupiters-great-red-spot-an-impostor-giant-storm-may-not-be-the-original-one-discovered-350-years-ago