Gli scienziati hanno identificato tre nuove specie di pacu, pesci d’acqua dolce strettamente legati ai piranha, caratterizzati da denti simili a quelli umani e una dieta vegetariana.
Un cosiddetto “piranha vegetariano” è stato individuato nel cuore del Rio delle Amazzoni, un vasto fiume di circa 7.000 chilometri che si snoda attraverso il Sud America, tra Brasile, Perù e Colombia. Si tratta di un pacu, termine derivato dalla lingua Tupi-Guaraní utilizzato per indicare un gruppo di pesci d’acqua dolce appartenenti alla famiglia dei serrasalmidi. Sono stretti parenti dei più noti piranha, carnivori con denti grandi e affilati che sono stati demonizzati dalla cultura popolare come gli squali. I due gruppi di pesci sono quasi indistinguibili a un primo sguardo, motivo per cui i pacu sono stati soprannominati “piranha vegetariani”. La differenza principale, come suggerisce il nome, è nell’alimentazione e, di conseguenza, nella dentatura. I pacu hanno infatti denti piatti, evoluti per schiacciare, strappare e triturare il materiale vegetale di cui si nutrono. Questi denti somigliano molto a quelli umani, motivo per cui le immagini di questi pesci diventano periodicamente virali sul web.
La nuova specie di pacu è stata scoperta studiando una specie già nota, Myloplus schomburgkii, diffusa in tutti i fiumi del Sud America e descritta per la prima volta nel lontano 1841. Attraverso analisi genetiche e morfologiche, i ricercatori hanno determinato che in realtà si tratta di tre specie distinte: M. schomburgkii (con nuove descrizioni), M. aylan, ed M. sauron. Se il nome di quest’ultima vi sembra familiare, non vi sbagliate; i ricercatori l’hanno chiamata proprio come il “super cattivo” de Il Signore degli Anelli, scritto da J.R.R. Tolkien e portato sul grande schermo da Sir Peter Robert Jackson. Il motivo è curioso; sui lati del pesce ci sono delle bande verticali nere che ricordano vagamente l’Occhio di Sauron, mentre scruta dalla torre di Barad-dûr nel cuore di Mordor.
“Non appena uno dei miei colleghi ha inventato il nome per questo pesce, abbiamo capito che era perfetto”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Rupert Collins, un ittiologo del Museo di Storia Naturale di Londra che ha partecipato allo studio. “Il suo disegno somiglia molto all’Occhio di Sauron, soprattutto con le macchie arancioni sul suo corpo”, ha aggiunto l’esperto. A descrivere le nuove specie è stato un gruppo di ricerca internazionale guidato da scienziati brasiliani del Dipartimento di Genetica dell’Università Federale dell’Amazzonia (UFAM), che hanno collaborato con i colleghi del Museo della Biodiversità dell’Università Federale da Grande Dourados (UFGD), del Dipartimento di Biologia dell’Università Trinity e di altri istituti.
Descrivere questi pesci non è stato semplice a causa della vasta distribuzione geografica e delle differenze in alcune caratteristiche morfologiche, talvolta specifiche per le popolazioni dei vari fiumi sudamericani. Ad esempio, ci sono pacu che invece di avere delle barre nere verticali hanno forme circolari sui lati. Gli esperti ritengono possa trattarsi di sottospecie e non di specie a sé. Un altro elemento da considerare è che i ricercatori non conoscono gran parte dei pesci che vivono nel Rio delle Amazzoni; si stima che oltre il 40 percento delle specie presenti nel fiume non sia stata descritta. Studiare questi animali è l’unico modo per poter offrire loro la migliore protezione possibile, ad esempio introducendo misure sulla pesca e riducendo l’impatto umano.
Al momento, secondo gli autori dello studio, le nuove specie sono in buona salute e non sono sottoposte a minacce specifiche, ma la costruzione di nuove dighe e centrali idroelettriche potrebbe avere un impatto significativo su alcune popolazioni. Restando in tema con la Terra di Mezzo, ricordiamo che recentemente la Nuova Zelanda ha premiato come “Albero dell’anno 2024” un rata settentrionale che ricorda un Ent, un’altra creatura ideata da Tolkien. Lo studio è stato pubblicato su “Integrative taxonomy of the blackbarred disk pacus (Characiformes:Serrasalmidae), including the redescription of Myloplus schomburgkii and the description of two new species”